Gran parte degli esponenti della minoranza consigliare astigiana (Mauro Bosia, Michele Anselmo, Angela Quaglia, Mario Malandrone, Maria Ferlisi, Giuseppe Dolce, Massimo Cerruti e Giorgio Spata), ancora una volta compatti, hanno inviato un’interpellanza a risposta scritta al sindaco Maurizio Rasero e all’assessore di competenza, ovvero Mariangela Cotto, affinché si facciano carico di inoltrare alla Direzione Generale dell’Asl di Asti le domande e le raccomandazioni finalizzate a fronteggiare una possibile nuova ondata pandemica di Covid-19.
Il documento si apre chiedendo se la Regione Piemonte ha dato indicazioni alla Asl per la predisposizione di un Piano pandemico; sta fornendo risorse a tale scopo, ed in quale misura e se ha messo a disposizione della Asl Asti appositi “formatori” che facendo “rete” assicurino una formazione adeguata e coerente a livello periferico su tutto il territorio.
Le domande poste all’Asl AT sono ancor più numerose e divise per tipologia, partendo da quelle inerenti l’organizzazione del personale e delle strutture, trattando il tema degli approvvigionamenti di farmaci e ai fini diagnostici, guardando alla formazione del personale per assicurare una miglior risposta all’eventuale onda pandemica, chiedendo conto dello stato di attivazione delle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale) sul territorio di propria competenza e interrogando infine l’azienda sanitaria su come le Usca opereranno.
Nell’ultima parte del documento, i consiglieri si soffermano a lungo sulle caratteristiche proprie di queste Unità, concludendo che seppur non sufficienti a garantire la necessaria assistenza domiciliare e territoriale dei casi di Covid-19 e non essendo chiaro allo stato attuale se siano la risposta organizzativa più giusta “costituiscono un segnale positivo di attenzione alla fase territoriale dell’assistenza sanitaria ed in questo senso occorre investire su di esse”.
In allegato, copia integrale dell'interpellanza