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Cultura e tempo libero | 29 ottobre 2020, 12:28

Con “Italia vaffanculo” il cantautore astigiano Igor Nogarotto canta la disperazione degli artisti al tempo del Covid [VIDEO]

Quello di arte e spettacoli è, come noto, uno dei settori più danneggiati dalle misure di contenimento del contagio

Alcuni fermi immagine tratti dal videoclip

Alcuni fermi immagine tratti dal videoclip

“Siamo la culla dell’arte, ma le abbiamo chiuso le porte”. E’ l’incipit della canzone “Italia vaffanculo” con la quale il cantautore astigiano Igor Nogarotto, celandolo attraverso un titolo apparentemente d’odio verso il Paese, lancia in realtà una richiesta d’aiuto: un inno all'Italia che ne mette in luce la bellezza e la grandezza storica che, è la tesi del cantautore, gli attuali governanti sembrano aver dimenticato.

“Non è una difesa partigiana del mio lavoro –
spiega Igor – : l'assenza di cultura e di espressioni artistiche come musica, cinema, teatro privano l'individuo di bellezza e di emozioni, rendendolo sempre più arido di sentimenti e isolato, generando depressione e crescente incapacità di creare relazioni umane”.

Nogarotto aveva già descritto tutte le difficoltà che incontra un artista nell’Italia di oggi anche nel romanzo “Volevo uccidere Gianni Morandi” – titolo ironico, che intendeva esprimere la gelosia nei confronti del Gianni nazionale, per il quale Nogarotto ha ricevuto alcune minacce di morte –, un vero e proprio manuale dell'iter pressoché utopistico che deve percorrere un artista per riuscire ad emergere.

Di seguito, il videoclip di “Italia vaffanculo”, regia di Tommaso Trombetta

G.M.

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