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Attualità | 16 dicembre 2020, 10:37

"Giù le mani dal nostro ospedale", levata di scudi degli astigiani dopo l'accusa di un paziente Covid che lamentava cibo scadente

La Asl ieri aveva risposto a tutte le lamentele. I commenti sui social e le considerazioni dei lettori

"Giù le mani dal nostro ospedale", levata di scudi degli astigiani dopo l'accusa di un paziente Covid che lamentava cibo scadente

Una vera levata di scudi a favore del Cardinal Massaia, dopo la pubblicazione delle considerazioni di un lettore che lamentava cibo scadente durante la sua degenza Covid.

La nostra pubblicazione ieri, dopo la puntuale replica della Asl, avvertita delle lamentele, ha suscitato una "valanga" di commenti che dimostra quanto, fortunatamente gli astigiani, siano attaccati al proprio ospedale.

La vicenda

Claudio N., 47 anni, dopo un ricovero per Covid, durato 8 giorni, ha voluto ringraziare per l'ottima assistenza sanitaria, tutto il personale, definendo il servizio "migliore che potessi immaginare, con personale medico, infermieristico eccellente, supportato da personale socio sanitario e alberghiero, costretti ad occuparsi di ammalati infettivi in condizioni lavorative estreme, lasciando filtrare rassicurazioni, parole gentili, gesti competenti, solidarietà e presenza".

Lati fondamentali che non in tutti gli ospedali si riscontrano, purtroppo il lettore ha però voluto sottolineare quella che dal suo punto di vista è stata una lacuna importante, il servizio del cibo, lamentando di aver ricevuto in otto giorni "solo 3 porzioni di carne, a favore di altre fonte proteiche come buste di prosciutto salato annacquato, porzioni monodose di formaggini da discount, verdure bollite annegate in brodi di glutammato, passati di verdura evidentemente prodotti da scarti di verdure amare, pasta stracotta o durissima affogata nel burro o dentro sughi acidi, budini senza neppure un marchio, un logo, una data di scadenza".

I menu ospedalieri curati e bilanciati, ma l'emergenza Covid ha previsto alcune modifiche

La Asl, documentando il quotidiano lavoro, anche nel settore alimentazione ha ribadito che "I menu ospedalieri si articolano su periodi bisettimanali (ogni 14 giorni con 28 pasti complessivi) e prevedono modifiche stagionali: primavera-estate ed autunno-inverno. Nelle due settimane vengono garantiti, come prima scelta, dodici secondi a base di carne (presente quotidianamente come alternativa nel pranzo della dieta morbida); nei restanti casi le proteine vengono fornite da piatti a base di pesce (sei volte come prima scelta e quotidianamente come alternativa), formaggi, flan (a base di uova pastorizzate) e legumi".

Certamente durante l'emergenza Covid, il servizio ha dovuto prevedere alcune modifiche: piatti e contenitori monouso in plastica per motivi igienici e di prevenzione del rischio di contagio e la possibilità di scelta tra le opzioni previste per singolo pasto viene lasciata in capo al personale del reparto anziché al paziente.

"Tuttavia si è mantenuto sempre il massimo impegno nel garantire un buon livello qualitativo generale, nella convinzione che l’alimentazione sia parte integrante del percorso di cura dei pazienti e possa favorire migliori tempi di recupero e guarigione".

Insomma disagi di poco conto se raffrontati a quello che l'ospedale ha dovuto affrontare in emergenza.

Interessanti molti commenti sui social. "Una rondine non fa primavera - scrive Stefano - in cucina ci lavorano lavoratori professionisti seri, e non vanno disprezzati con uscite di questo tipo" e ci chiede di realizzare un sondaggio che prenderemo in seria considerazione.

In tantissimi hanno rimarcato che non si tratta certo di un ristorante e in diversi hanno portato le loro esperienze personali. Scrive Anna "Mio papà è da poco stato in ospedale,per una settimana e lui è uno pignolo, e mi ha detto che il mangiare era molto buono", Gabriella "ho avuto i genitori, mio marito e altri congiunti ricoverati ad Asti e vi posso assicurare che mai nessuno si è lamentato dei pasti anzi al contrario hanno sempre trovato i cibi ottimi", Andrea: "Mia mamma è stata ricoverata per anni in modo alternato... Mio nonno idem... Mai avuto esperienze negative... Sul cibo poi nulla da dire... Sempre solo tanto riconoscimento e gratitudine!" Cinzia: "Mia madre è stata ricoverata agli infettivi grandissima professionalità ed umanità. Certo non è un ristorante stellato ma di mangia adeguatamente".

Commenti costruttivi, questi, anche se non sono mancati, come spesso capita nell'era digitale, insulti vari al firmatario o anche ai giornalisti, "rei" di aver riportato questa segnalazione, spesso essendosi fermati solo al titolo, senza vedere la replica dell'Azienda

Credendo fermamente che il dovere di un giornalista sia dare voce alle persone, nel rispetto dell'ascolto di tutte le repliche, naturalmente, ringraziamo ancora la Asl di Asti per il tempo dedicato a questa segnalazione.

Betty Martinelli

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