Nel descrivere luoghi, cose e anche comunità, l’elencazione è una modalità di rappresentazione che mi è sempre piaciuta. La storia della letteratura di tutti i tempi è infinitamente ricca di liste, da Esiodo a Joyce, da Ezechiele a Gadda, fino al bel libro di Umberto Eco, Vertigine Della Lista, di una decina d’anni fa.
Elenchi stesi a volte per il solo gusto dell'enumerazione, a volte invece, come in quest’occasione, per il piacere vertiginoso di riunire tra loro alcuni elementi che rendano più tangibile, con i numeri, il racconto. Quelli dell’Astesana, ancor più quando messi in lista, sono importante fondamento di consapevolezza del chi siamo, per rispondere al dove andiamo; il come è scontato: assieme, in comunità.
Due primi suoi numeri li troviamo nel coronimo: è uno dei soli 8 in Italia di genere femminile e compare in documenti scritti a partire dal 1379, quando Gian Galeazzo Visconti istituisce l'omonimo Capitanato. Territorio, aggregato e costruito dal libero comune di Asti tra il 1100 e 1200, senza una denominazione ufficiale specifica, se non uno sbrigativo ed utile posse astensis, proprietà astese.
E' in questo periodo che si afferma il concetto di territorio come bene comune; rafforzato nel secolo successivo fino a diventare patria astensis, bene comune identitario. A partire dal 1389, quando alla signoria di Gian Galeazzo subentra quella del duca Luigi d'Orléans, il concetto geografico di Astesana assume i suoi contorni definitivi. La compagine statale risulta composta da la città di Asti e il suo distretto, composto da 20 comuni e podesterie di stretta pertinenza urbana, dalle terre dell'Astesana e vari altri feudi sparsi tra Langhe e alta valle Tanaro.
Il suo assetto, più o meno simile all’attuale, è databile 1631, anche se i confini veramente definitivi arriveranno però solo nel 1737. Oggi sono 70 i Comuni che ne fanno parte con circa 170.000 abitanti. Le principali tracce degli ultimi mille anni della sua ricca storia sono 69 borghi antichi; un centro storico del capoluogo, secondo per bellezza e dimensione giusto a Torino; 19 musei; 4 aree naturali protette; 11 alberi monumentali pluricentenari; 31 spettacolari chiese romaniche, 16 gotiche e 83 barocche; 37 castelli e 23 torri; 15 tra palazzi e altre costruzioni progettate dal nostro Benedetto Alfieri.
Non da meno quelle artistiche con 5 grandissimi autori in evidenza: Gandolfino, Groppa, Aliberti, Bonzanigo e Pittatore. Per non parlare di uno dei principali simboli culturali, Vittorio Alfieri con le sue 19 tragedie. Cambiando prospettiva verso i piacere del palato: 14 tra prodotti e lavorazioni DOP, PAT e De.Co; 12 tra DOC e DOCG. E tanto, tanto altro, oltre a poco più di 6.400 posti letto sempre più vuoti, che prima o poi qualcosa bisognerà farci.