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Cultura e tempo libero | 31 gennaio 2021, 14:39

Mega: il nuovo disco degli Slwjm fonde groove, parole e consapevolezza ecologica

"Il Covid? Il mondo dell'arte è stato colpito più di altri e non si vede una via di uscita. Noi stiamo patendo la lontananza dai palchi e ci manca il pubblico: i concerti dal vivo sono il nostro ambiente naturale"

La band astigiana Slwjm

Gli Slwjm

Gli SLWJM sono un quartetto astigiano dal nome curioso e dallo spirito fortemente internazionale. Black music e future soul, RnB e Funk influenzano la musica del gruppo che ha da poco pubblicato il primo disco. Un lavoro pubblicato dall’etichetta Bunya Records e realizzato grazie ad una raccolta fondi su Eppela. MEGA, il disco uscito da poco, è legato al concetto consapevolezza in duplice modo. Da una parte questo disco ha reso palese la consapevolezza musicale del gruppo. Dall'altra il termine è stato accostato al tema ambientale. Parte dei contributi della raccolta fondi gli SLWJM li hanno donati a progetti di riforestazione attraverso la piattaforma Tree-Nation.

Come si sono formati gli SLWJM e perché hanno scelto questo nome curioso?

Gli SLWJM si sono trovati per la prima volta nel 2017. Sin da subito la volontà è stata quella di creare musica profondamente personale. Musica che non solo racchiude i generi che noi quattro ascoltiamo, ma che viene filtrata attraverso l’interplay, l’improvvisazione, la sperimentazione e gli scambi di idee.

Il nome sta per slowjam, ossia le ballate, le jam lente RnB! In realtà non è che suoniamo solo slowjam nei nostri concerti, anzi non è che proprio abbondino, ma la nostra sonorità in varie forme è molto influenzata sia dai beat lenti che dal concetto di jam sessions. Tutto questo per non dire la banale verità: che ci piaceva come suonava!

Siete in quattro, chi fa cosa?

Gli SLWJM sono: Paolo Longhini (voce, chitarra), Lorenzo Morra (piano, tastiere), Leonardo Barbierato (basso elettrico e contrabbasso) e Davide Mancini (batteria e percussioni). In verità il nostro percorso con Davide si è separato poco dopo le registrazioni del nostro album, per cui ora siamo in tre! Ciò non toglie il fatto che il nostro sound sia basato su quattro elementi. Gli SLWJM erano e saranno un quartetto, al momento però siamo alla ricerca del nuovo drummer

I suoni della vostra musica hanno un respiro decisamente internazionale, come siete giunti a queste sonorità?

Questo sound è il frutto della conoscenza reciproca che abbiamo maturato nel corso di questi anni di prove e concerti insieme. Ogni componente ha ascolti differenti, ma che trovano un terreno comune nella black music e nel future soul. In questo senso c’è una sonorità internazionale alla base. Questo ci ha permesso di dialogare tra di noi, musicalmente parlando, ma anche di portare qualcosa di profondamente personale e che in qualche modo è riuscito ad integrarsi coerentemente. L’internazionalità del nostro suono non è comunque ostentata o una presa di posizione in contrasto con la musica italiana. Tutti noi ascoltiamo pure musica italiana, come testimoniano le varie cover che suoniamo regolarmente dal vivo!

Cosa ispira la scrittura dei vostri testi?

I testi sono ispirati in realtà dal groove che si incastra con la metrica, fonetica e da come suonano le parole. Certo, c’è anche un significato dietro a testi e storie verosimili ma non sono basati su fatti reali

È uscito da poco il vostro primo disco MEGA, che storia ci racconta?

Vorremmo dire prima di tutto che MEGA è stato realizzato grazie al contributo raccolto attraverso il crowdfunding di Eppela. Quindi siamo molto grati a chi ha donato! La consapevolezza è un po’ la parola chiave di questo lavoro. L’abbiamo già utilizzata nella campagna di raccolta fondi per indicare la consapevolezza ambientale. Parte dei contributi sono stati donati a progetti di riforestazione tramite tree-nation e tutti premi per chi ci ha supportato sono legati alla tematica ambientale. Ma consapevolezza anche delle nostra personalità musicale. MEGA è un album 100% SLWJM: ci siamo occupati per intero di ogni aspetto della sua creazione: dal processo compositivo, all’aspetto di registrazione/produzione e, infine, della post-produzione. Il sound che ne è scaturito è rappresentativo di quello che siamo noi quattro in questo momento. MEGA è un viaggio attraverso sonorità variopinte e tematiche senza tempo, come amori tormentati, angoscia esistenziale. Ci sono anche sollievo e vagabondaggi spaziali che si intrecciano continuamente portando a voli pindarici nei quali l’ascoltatore non può che immergersi e lasciarsi trasportare.

La vostra Torino musicale e non.

Siamo molto legati alla città di Torino per vari motivi. Partendo del punto di vista musicale: abbiamo avuto la fortuna di essere entrati a far parte del mondo Bunya Records, etichetta discografica torinese. Ci siamo esibiti in molto locali della città, dal Torino Jazz Club ai Magazzini sul Po. Abbiamo avuto l’onore di poter suonare al Torino Jazz Festival con lo spettacolo Black Hi(T)story Revisited con lo storyteller Federico Sacchi. In tutte queste occasioni, l’accoglienza è stata incredibilmente calorosa! Inoltre siamo legati alla città in vari modi: Leonardo si è trasferito a Torino, Lorenzo ha studiato in conservatorio ecc.

Teatri e cinema chiusi, la musica confinata alle cuffie. Come vivete da artisti questo difficile momento per la musica?

Non si può negare che stiamo vivendo un momento difficile, carico di frustrazioni e senza certezze. Il mondo dell’arte è stato colpito più di altri e non si vede una via di uscita. Come SLWJM stiamo patendo la lontananza dai palchi e ci manca il pubblico: i concerti dal vivo sono il nostro ambiente naturale, non c’è live streaming che tenga. Inoltre abbiamo una scarsa attitudine social, il che non aiuta ma stiamo lavorando anche se su questo. Stiamo sfruttando questo periodo per portarci avanti con il progetto il più possibile, lavorando anche in smart work. Abbiamo tante idee in testa e non vediamo l’ora di poterle realizzare!

Federica Monello

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