Nasce e sarà attiva da domani, ad Asti, "L'Abbraccio" una linea telefonica di supporto per le persone LGBTQI+.
Inizialmente attivo il martedì dalle 15 alle 16, con la possibilità di un aumento in futuro, il numero 371 4663204 permetterà di trovare una persona con la quale chiarire dubbi o denunciare discriminazioni.
La voce dall'altra parte del "filo" sarà quella della psicologa e psicoterapeuta Martina Gerbi e il progetto prevede una rete di professionisti che si prefiggono di dare voce a chi, spesso, non ne ha.
La rete di professionisti
La rete, di enti e professionisti è composta da Asti Pride, Nodo Antidiscriminazioni, Orecchio di Venere, supportati da Martina Gerbi e dall'avvocato penalista Giuseppe Vitello.
Spiega Patrizio Onori, vice presidente di Asti Pride:"Crediamo ci siano obiettivi comuni e sovrapponibili con il mondo femminile a partire sulla violenza e identità di genere con dati terrificanti. Questa giornata non è scelta a caso. Nelle conclusioni del Pride abbiamo dedicato la marcia agli adolescenti che vivono in situazione di scoperta della loro identità che spesso non vivono serenamente".
Le discriminazioni nel mondo continuano
E le discriminazioni nei confronti di persone LGBTQI+, purtroppo, continuano a fare numeri importanti, secondo i dati dell'ILGA (International Lesbian and Gay Association), che segue le evoluzioni in campo di diritti, spiega che in Europa, culla del diritto, stanno aumentando le violenze anche istituzionali.
Fanalino di coda l'Italia dove sono in aumento gli hate speech.
"In Polonia per esempio - spiega ancora Onori - le persone LGBTQI, sono state escluse dagli aiuti di Stato. Da qui nasce l'esigenza per intercettare situazioni sul nostro territorio. C'è un sommerso che vogliamo intercettare per vedere 'sotto la linea di ghiaccio' e come intervenire".
"I casi di discriminazione all'interno delle famiglie - spiega la presidente di Asti Pride, Vittoria Bricarello - sono cresciuti del 70%.
Martina Gerbi riflette: "C'è una difficoltà trasversale e alcune fasce sono maggiornamente colpite, avere un numero per confrontarsi è essenziale. Farò da filtro con un primo approccio e cercherò di capire i diversi bisogni".
Giuseppe Vitello, specializzato in diritto penale minorile e dell'immigrazione: "Ci sono stati casi di gravi diffamazioni sui social con aperte volgarità discriminatorie, si sono configurati veri reati penali in occasione del Pride, lo sportello serve per diversi motivi, anche per questo".
Un nome... avvolgente
La scelta avvolgente del nome, vuole essere rassicurante e riflette anche il desiderio negato in periodo di pandemia. Un semplice abbraccio, può aiutare molto.
"Il Pride rischia di essere una meteora, conclude Bricarello, per questo vogliamo essere sempre attivi. Qualcosa è cambiato, siamo riconosciuti sul territorio e gli eventi hanno avuto supporto sul territorio. Siamo pronti ad entrare nelle scuole, ma ora che non ci sono più le autogestioni, sono i professori a doverci chiamare".