Nel Piemonte che ambisce a dare un'altra velocità alla campagna vaccinale, la vaccinazione degli over 70 stenta a decollare. Grazie alla mano tesa dai medici di base e come annunciato dal presidente della Regione Alberto Cirio, lunedì 29 marzo avrebbe dovuto essere il "V-Day" per i piemontesi d'età compresa tra i 70 e i 79 anni ma le prime somministrazioni di AstraZeneca non avverranno prima di domani o dopodomani.
La ragione principale? Tempi tecnici non rispettati. In Piemonte sono circa 1.500 i medici di medicina generale che hanno aderito all’appello del Governatore Cirio e si sono detti disponibili a vaccinare: 750 lo faranno nei propri studi, 800 circa nei luoghi messi a disposizione dalle Asl e dagli enti locali. Ogni medico di base avrebbe dovuto ricevere una fiala con 10 dosi di vaccino entro stamattina, per iniziare a vaccinare le persone già nel pomeriggio. Dopo una giornata intera però, nessuno è riusciti a mettere in moto la macchina.
"E’ più facile a questo punto che si inizi martedì o mercoledì con le somministrazioni: chi lavora da solo ha bisogno di organizzazione", spiega Roberto Venesia, segretario Fimmg Piemonte.
"Io ho telefonato poco fa alla mia farmacia e non sono ancora prenotatili. Siamo in stand by", racconta invece Paolo Morato, medico di base che, intuendo il pericolo, aveva già fissato i primi appuntamenti per i prossimi giorni e non per il tanto decantato "day one".
Nessuna colpa da far ricadere sulle farmacie del territorio, come spiegato da Massimo Mana, presidente di Federfarma Piemonte: "Al momento le dosi disponibili di vaccino anti-Covid sono partite per le farmacie che le hanno prenotate per i medici di famiglia che vaccineranno". "Smentiamo categoricamente la ricostruzione secondo la quale le farmacie non fossero avvertite e non sapessero utilizzare la piattaforma, che è la medesima che viene usata già da 5 anni per la distribuzione del vaccino antinfluenzale e a cui hanno fatto accesso già venerdì sera tutte le 1.600 farmacie del Piemonte. Quindi il sistema, che ribadiamo è stato avviato oggi, si sta muovendo come deve", dichiara Mana.
Di certo, la filiera che permette di far arrivare le fiale al medico di base, non è immediata: ogni lotto necessita di essere aperto e suddiviso farmacia per farmacia. A quel punto, una volta superato questo step, può partire la prenotazione prima e la distribuzione. Una volta ritirate le dosi, i medici di medicina generale possono chiamare i pazienti prenotati e inoculare il vaccino.
Nonostante le oggettive difficoltà iniziali, chi ha sposato l’iniziativa prova comunque a mantenere alto l’entusiasmo: “Ho aderito alla vaccinazione perché siamo tutti coinvolti in un momento difficile: ho preferito farlo in studio perché mi organizzo come preferisco” rivela il dottor Morato. “Di certo, per esperienza, non fisso mai appuntamenti prima di avere la prima fiala in frigo: quando ce l’ho, chiamo il paziente” conclude il medico, in attesa di accogliere i primi torinesi over 70 nel suo studio.