Si dice "allibito" e parla di "ennesima sparata", il consigliere regionale albese Ivano Martinetti (M5S) con riguardo alle dichiarazioni che il governatore Alberto Cirio ha reso ieri, nel corso della tappa albese del roadshow voluto dalla Regione Piemonte per pianificare l’utilizzo delle importanti risorse in arrivo a Torino grazie ai contributi europei del "Recovery Fund" ("Per la nostra regione ci sono tra i 7 e gli 8 miliardi di euro", ha annunciato ieri il presidente della Giunta regionale), quelli dei fondi strutturali Fse e Fesr (altri 2,7 miliardi di euro in 7 anni) e i cosiddetti "fondi di coesione".
"Le cifre destinate al Piemonte non sono ancora definite e le opere devono essere cantierabili entro due anni, oltreché realizzabili in un massimo di sei, e nessuna di quelle menzionate da Cirio presenta questi requisiti", attacca ora Martinetti, con riferimento alle risorse del Next Generation Ue. Per poi prendersela in particolare col passaggio nel quale il presidente regionale ha auspicato che il territorio si decida finalmente nel dare il via alla trasformazione in pista ciclabile dei collegamenti ferroviari tra Alba, Asti e Nizza Monferrato, dismessi dal 2011 per i problemi strutturali emersi nella galleria Ghersi di Neive, nell’attesa di una messa in sicurezza i cui costi sono stati stimati in oltre 60 milioni di euro.
"Se si vuole fare la pista ciclabile sulla ferrovia oggi è l’ultima chiamata", ha detto ieri Cirio richiamando l’annoso dibattito circa l’opportunità, da lui caldeggiata sin da quando guidava l’assessorato al Turismo nella Giunta Cota, di abbandonare ogni speranza di vedere davvero ripristinato il collegamento con l'Astigiano, sostenendo invece come la sua conversione potrebbe rappresentare una grande opportunità per il turismo di Langhe, Roero e Monferrrato.
"Sapete come la penso – ha detto il governatore a un uditorio di oltre un centinaio tra sindaci e rappresentanti del mondo economico di Langhe e Roero –, io da sempre sono un sostenitore dell’opportunità di ripetere quanto fatto con grande successo in realtà come Sanremo e Ventimiglia. Altri hanno preferito continuare a inseguire il sogno del ripristino di una linea che non verrà mai riattivata. Questa opportunità o la cogliamo adesso, oppure continuiamo a inseguire un sogno (…). Ma su questo punto mi voglio rimettere alla volontà del territorio".
Un’opzione, quella della trasformazione, evidentemente non condivisa dall’esponente pentastellato, che in Consiglio regionale è anche vicepresidente della Commissione Trasporti: "Un progetto assurdo e con costi esorbitanti, oltre 1 milione al km. Rete Ferroviaria Italiana ha già dichiarato che intende riaprire la linea per i treni storici a scopo turistico e gli attori economici richiedono il ripristino della galleria del Ghersi per essere connessi con la dorsale ferroviaria tirrenica e con Milano. Ciò che manca è invece la volontà politica della Giunta (regionale, ndr) di riattivare la ferrovia. La Giunta infatti pone agli amministratori locali una scelta obbligata: ferrovia chiusa oppure pista ciclabile? Un ricatto politico, all'insegna del 'pensa come vuoi, ma pensa come noi'. Una terza via è possibile, è realizzabile, basta volerlo politicamente. Il collegamento può essere riattivato e non è certo in antitesi con la realizzazione di piste ciclabili complementari".
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