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Economia e lavoro | 17 aprile 2021, 07:30

Indennizzi alle partite Iva: "Il Piemonte avrà meno della media nazionale: così si paga l'affitto di un mese"

L'allarme di Confartigianato: "A fronte di quasi 40mila richieste, a ognuno arriveranno 2.835 euro. In Italia la cifra è di circa 3.156"

Le risorse in arrivo con gli indennizzi per gli artigiani rischiano di non bastare

Le risorse in arrivo con gli indennizzi per gli artigiani rischiano di non bastare

L'affitto di un mese. O poco più. Rischia di equivalere a questo, la cifra che gli artigiani piemontesi potrebbero ricevere nei prossimi giorni, a fronte della richiesta di erogazione di indennizzi per le chiusure e la crisi Covid. A lanciare l'allarme è Confartigianato, che stima - a fronte di quasi 40mila richieste su scala regionale (sono oltre 604mila, in tutto il Paese) - un importo pro capite di circa 2.835 euro, decisamente inferiore rispetto alla media nazionale, di 3.156. E il dato torinese non si discosta di molto, visto che le 21.632 richieste porteranno a un bonus medio di 2.858 euro.

Secondo il sondaggio effettuato dalla sigla datoriale, la soglia del 30% di perdita minima per accedere ai contributi esclude il 60% delle imprese: un'impresa media di servizi che in un anno fatturava 400mila euro circa e ha avuto un calo di fatturato di 150mila euro, con i Ristori prenderà circa 6mila euro. "Gli indennizzi più bassi spettano al territorio dove le attività produttive già prima della pandemia erano in sofferenza e dove il fatturato era più basso - dice Dino De Santis, presidente di Confartigianato Torino -. Con i ristori ricevuti le imprese artigiane non ce la faranno, con quell’importo riusciranno a pagare al massimo l’affitto di un mese”.

La Lombardia con 99.048 istanze, il Lazio con 68.697 e la Campania con 70.534 sono le tre regioni che hanno presentato più domande e che riceveranno più rimborsi. I dati sono stati elaborati su dati dell’Agenzia Entrate

La media piemontese dei ristori pro capite, inferiore a quella nazionale, non è un bel segnale – continua De Santis –. Le regioni che hanno presentato più domande sono quelle caratterizzate da una forte vocazione turistica, un comparto, quello del turismo, maggiormente penalizzato dal lockdown e dal crollo vertiginoso dell’afflusso turistico”.

Con i ristori promessi le imprese artigiane non ce la faranno a resistere ancora per molto, con quell’importo riusciranno a pagare al massimo l’affitto di un mese - conclude -. Per salvare il patrimonio delle piccole imprese, occorre mettere in campo misure straordinarie. Chiediamo un biennio bianco fiscale, senza vincoli di fatturato, che permetta di annullare le spese destinate a tasse, tari e così via, a fronte di un calo di fatturato che non viene minimamente risollevato dai sostegni e una flessibilità di apertura per tutte le imprese che hanno investito in sicurezza”.

Per quanto riguarda invece gli ammortizzatori sociali per gli artigiani, Confartigianato segnala che "l’erogazione della cassa integrazione è stata completa fino al mese di dicembre con 13.792 bonifici effettuati nel mese di dicembre (nettamente inferiore ai 62.461 bonifici effettuati ad aprile 2020 nel periodo di lockdown totale)".

Massimiliano Sciullo

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