Riceviamo e pubblichiamo le riflessioni del gruppo Insieme per Canelli che si propone l'obiettivo di sollevare un dibattito su una questione importante.
"Lo stile è volutamente provocatorio, spiegano, perchè vuole stimolare le persone, mentre non ha alcuna finalità polemica".
C’è un silenzio assordante nel dibattito locale sul Recovery Fund: quello sul Distretto Industriale della Valle Belbo.
Qualcuno sta pensando ad attrezzarsi per questa sfida o ognuno coltiva a casa propria la principale virtù della nostra gente: farsi gli affari proprie non rompere le scatole?
I nostri imprenditori, grandi e piccoli, sono bravissimi a costruire e gestire,con tanto impiego di energie, aziende trainanti per l’economia astigiana e cuneese, a renderle moderne, competitive, capaci di creare lavoro e generare tanti gesti di solidarietà.
Ma, come territorio, non siamo capaci ad organizzarci per le scelte che contano, ci basta delegare a chi, in politica, sa riempire benissimo i vuoti di potere e porta a casa consensi, lasciando aziende e cittadini a mani vuote.
E alla fine la paghiamo... Ci siamo mai chiesti perché lo spumante, nato e cresciuto a Canelli, abbia finito per chiamarsi“Asti”?
Forse perché, quasi un secolo fa, ragionavano proprio come noi adesso: ognuno per conto suo e alla fine...altri raccoglievano.
E così i nostri coraggiosi produttorivinicoli si trovano oggi a dover rincorrere la storia per inventarsi il “Canelli”, quando avremmo potuto averlo dal 1932
Hanno realizzato questo obiettivo, perché hanno saputo fare squadra. Ma quanta fatica. Un altro dato: trent’anni fa Canelli era il primo distretto spumantiero, davanti a Trento.
Oggi il TrentoDOC è sempre secondo, ma al primo posto c’è la Franciacorta. Certo questioni di mercato, ma non sarà che altri hanno saputo agire come gruppo e noi siamo andati in ordine sparso?
Siamo sicuri che non succederà la stessa cosa ad altri settori se ognuno crederàdi bastare a se stesso? Domande e preoccupazioni che crediamo legittime e vogliamo portare all’attenzione di tutti.
Ora che, da Cossano Belbo a Incisa Scapaccino e oltre, è tutto un pullulare di idee, di capannoni, di lavoro e di commercio, fatto con intelligenza e coraggio, perché Canelli non ci mette la stessa intraprendenza e prova a fare da capofila, come già fece in passato, per rilanciareil Distretto Industriale a servizio di tutta la Valle Belbo?
Uniamoci: non contro qualcuno o per chiuderci a riccio,ma per andare a far rete con altri, avendo alle spalle una solida base sociale .Unaproposta concreta: riunire il Comitato di Distretto entro fine maggio, allargandolo a soggetti interessati e propositivi, chiedere un incontro con vertici tecnici e politici provinciali e regionali per capire come la nostra realtà possa inserirsi in un percorso più grande, provare a realizzarlo nella nostra zona.
Quando abbiamo provato a dirlo c’è chi ha sorriso e risposto: “I soliti carrozzoni all’italiana”, chi ha osservato che da noi vale il principio: “Basta che ‘t em pose nent davante”.
Quanta fiducia in noi stessi e nel futuro traspare in queste risposte.
Intanto da altre parti, magari anche solo nella vicina Asti, si stanno attrezzando e qualche bel carrozzone nascerà. Tranquilli. Così sapremo che cosa fare anche per i prossimi 89 anni: rincorrere!
Insieme per Canelli Mauro Stroppiana, Roberta Giovine, Alessandro Negro