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Cultura e tempo libero | 27 ottobre 2021, 17:15

Lunedì 8 novembre all'Alfieri in scena "L'Arte Bella", in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale

È stata la figura fondatrice della moderna assistenza infermieristica. L'appuntamento è alle 15

Lunedì 8 novembre all'Alfieri in scena "L'Arte Bella", in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale

Lunedì 8 novembre alle 15 al Teatro Alfieri di Asti andrà in scena L'Arte Bella, spettacolo teatrale di narrazione creato in occasione del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, figura fondatrice della moderna assistenza infermieristica.

Lo spettacolo è parte del progetto Caring 2020-Florence Nightingale e la sfida dell’assistenza infermieristica rivolto ai giovani studenti di Infermieristica dei corsi di Laurea del Piemonte e ai cittadini delle comunità locali per riflettere insieme sul valore della cura e della cura dei curanti dopo i quasi due anni di pandemia.

Il progetto è ideato da Valerio Dimonte dell'Università di Torino e Alessandra Rossi Ghiglione di SCT-Social Community Theatre Centre Unito e realizzato con il sostegno del Rettorato dell'Università di Torino, in collaborazione con SCT Centre, CCW-Cultural Welfare Center e con i corsi di Laurea in Infermieristica di Torino, Asti, Cuneo, Ivrea, Orbassano e con partnership locali della sanità, cultura e sociale, e con il patrocinio del Comune di Asti.

Il 2020 è stato l’anno del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice della moderna assistenza infermieristica e donna di grande innovazione, ed è stato anche l’anno in cui la pandemia Covid-19 ha sconvolto profondamente il pianeta con impatti straordinari sulla vita e la salute delle persone e sui sistemi di cura e di care della Sanità.

Con lo spettacolo L'Arte Bella torniamo a un mito fondatore per interrogarlo, e sfidarlo, a partire dall’era Covid e costruire una visione comune di care ed umanità. Oggi Florence Nightingale è ancora un riferimento per ogni giovane che decida di intraprendere la professione infermieristica, proprio come un mito a cui tendere, che si fa esemplare su più livelli: quello della cura, quello della professione, quello dell’identità di genere.

Mito e realtà si incontrano sul palco in una scelta registica insolita: Florence è un personaggio, interpretato da un'attrice professionista, mentre Teresa è semplicemente se stessa, attrice sul palco perché nella vita è un'infermiera, veramente. Lei sarà la voce dell'oggi e della gioventù, di chi nella trincea del Covid esercita con passione quei valori che Florence ha messo a fondamento di ogni gesto di cura.

La narrazione teatrale è costruita a partire dai dati storici e dai testi originali di Florence Nighitngale intrecciati alle storie di Teresa, e alle molte testimonianze di giovani studenti dei corsi di laurea.

Florence ha 200 anni, Teresa poco più di trenta e vive la professione infermieristica con vocazione, grinta e determinazione, e anche con ironia e cuore, molto.
Florence ha ricevuto a suo tempo come una chiamata, una vocazione per la cura che la fa rinunciare ad avere una famiglia sua, che la costringe a porsi con forza nei confronti della sua famiglia d'origine e della società e a scegliere l’esercizio dell’assistenza ai malati non come carità o servizio secondario ma come piena professione di donna competente e libera.

Due vite in scena, due luoghi temporali che dialogano. Passato e presente si rincorrono per dire della cura e della sua sapienza, dell'essere donna e mai dimenticarlo, e in entrambi i casi combattere per proteggerne il senso. Per dare voce al ruolo di chi ogni giorno si sta battendo per la salute di tutti.

Gli infermieri hanno pagato un prezzo alto in termini di salute fisica e benessere emotivo, molti studenti appena laureati si sono trovati su una trincea inimmaginabile. Le donne, che sono la maggioranza nella professione, hanno subito un doppio carico sul lavoro e nella vita privata di famiglia. Nell’anno Covid le professioni sanitarie sono state guardate per la prima volta dai cittadini con occhi nuovi ma senza produrre una narrazione sociale equilibrata: da eroi a nemici, dall’improvvisa comprensione di un ruolo fondamentale nella salute pubblica a un ritorno all’indifferenza e alla dimenticanza.

L'ingresso è libero previo controllo del Green Pass in base alle dispozioni vigenti.

Informazioni sullo spettacolo presso la segreteria dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie (tel 0116706876- 0141590423 (Astiss)

Comunicato stampa

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