Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata, appello per i Boschi di Valmanera.
Nonostante siano più di quarant'anni che frequento i boschi di Valmanera, la loro bellezza continua a stupirmi e ringrazio il Signore di poterne godere i benefici effetti sull'anima e sul corpo al semplice costo di una manciata di chilometri di trasferimento. Questo fa sì che io mi senta legato ad essi da una sorta di cordone ombelicale e che in me riconosca traccia dei castagni, dei muschi e dei cinghiali che lo popolano.
In questi ultimi anni, tra i bassi rilievi di Valmanera sta verificandosi un fenomeno che mi preoccupa: i ciclisti mtb stanno abusando dei boschi. Ovviamente, nulla contro il loro sport, ma se da un lato è apprezzabile la loro opera di manutenzione dei sentieri esistenti, dall'altro disturba notare il "fiorire" di invadente segnaletica appesa agli alberi indicante i vari percorsi; il sorgere di trampolini e curve paraboliche incise nel terreno; la violenta messa a nudo di lunghi tratti di terreno a causa del transito delle due ruote. Certe zone sono diventate una fitta ragnatela di sentieri spogli; ovunque vengono tracciati nuovi percorsi con tanto di taglio d'alberi, scavo di passaggi, pennellate fluo sugli spuntoni di legno insidiosi.
Addirittura si provvede a pulire la traccia quando coperta dalle foglie cadute d'autunno! Senz'altro ammirevole per lo zelo e la passione tanto lavoro che farà felici i fruitori, non ho difficoltà a capirlo, ma... siamo in una palestra privata o nei Boschi di Valmanera? Se spaventano le foglie a terra, se si teme di perdere l'orientamento, se si ama il chiasso dei cartelli, benissimo, allora pedaliamo in città, dove è possibile trovare tutto lo sconnesso desiderato, pulito e segnalato. Io non credo che tutta questa attività incontrollata sia gradita dalla fauna e dalla flora di Valmanera e neanche da chi vorrebbe camminare o correre in un ambiente ancora al naturale, divertendosi a orientarsi, riconoscere i sentieri seminascosti, desideroso di staccare dagli itinerari preconfezionati della vita quotidiana. I boschi sono accoglienti con tutti, perché dobbiamo invaderli prepotentemente?
Io avanzo ai ciclisti quello che ritengo essere un accettabile compromesso: limitate i percorsi ad un certo numero selezionato e quando desiderate tracciarne uno nuovo, chiudete uno vecchio. Le asperità naturali bastano per divertirsi senza ulteriori interventi umani: non esagerate con i trampolini e gli scavi, non pulite dalle foglie i sentieri che diventeranno preda dell'erosione degli pneumatici e dell'acqua, segnalate con sobrietà i passaggi: fate in modo che il bosco non diventi un luna park e resti un ambiente naturale. Prima si scendere nelle piazze a protestare per il mondo che abbiamo rovinato e pretenderne uno migliore, cominciamo a difendere quello che è fuori dalla porta di casa nostra.
Ugo Garberoglio