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Al Direttore | 12 giugno 2025, 13:20

Mangimificio, Castagnole Attiva rincara: “Il Comune non sarà presente all’assemblea, ma i cittadini hanno diritto a sapere”

Sorpresa per l’ultimatum legale dell’azienda e per la nota stampa del Comune: oggi alle 21 l’assemblea pubblica per fare chiarezza

Mangimificio, Castagnole Attiva rincara: “Il Comune non sarà presente all’assemblea, ma i cittadini hanno diritto a sapere”

Una nuova lettera pubblica del comitato Castagnole Attiva scuote il dibattito attorno al contestato impianto industriale in località Valle Tanaro. Il nodo della partecipazione dell’amministrazione comunale all’incontro del 12 giugno, l’inaspettato ultimatum dei legali della Cerere SpA e le contraddizioni tra comunicazioni ufficiali e comunicati stampa sono al centro di questa presa di posizione indirizzata alla cittadinanza. Di seguito il testo integrale.

Ieri, 11 giugno, l’Amministrazione comunale di Castagnole delle Lanze ci ha inviato un messaggio di risposta all’invito a partecipare alla seconda assemblea pubblica dedicata ad approfondire la questione del nuovo rilevante impianto industriale in località Valle Tanaro proposto da Cerere SpA, informandoci della decisione di non essere presente all’incontro.

Un messaggio garbato che possiamo comprendere, alla luce del perentorio ultimatum che i legali dell’azienda hanno trasmesso il 10 giugno alla Provincia di Asti e a tutti gli enti coinvolti nella specifica Conferenza dei Servizi indetta per esprimersi sulla richiesta di autorizzazione a procedere sotto il profilo ambientale. In quel documento veniva richiesto di concludere il procedimento entro il giorno successivo, onde evitare la decadenza dalle agevolazioni richieste e ottenute da Invitalia e la perdita del contributo PNRR-MISE per 9.930.614 euro. Un’azione legale per noi decisamente inattesa…

Sempre ieri, 11 giugno, l’Amministrazione comunale ha anche diffuso un comunicato stampa dal tenore decisamente differente rispetto al messaggio inviato al nostro Comitato, nel quale viene indicato tra i motivi della rinuncia alla partecipazione all'incontro il disaccordo rispetto ad alcune “affermazioni contenute nel comunicato di invito diramato dal Comitato, che anticipano possibili impatti ambientali, sanitari e socio-economici particolarmente gravi legati al progetto industriale e non attualmente supportate da documentazione tecnica ufficiale”. Per evidenziare ciò, è stato allegato il verbale dell'ultima Conferenza dei Servizi dello scorso 27 maggio.

Per completezza di informazione, crediamo che l’Amministrazione comunale avrebbe dovuto trasmettere anche il contributo scritto dell’ASL AT, che alleghiamo, nel quale – in particolare al punto 3 – si legge:

“Esaminata la ‘Relazione indicante gli accorgimenti tecnici e gestionali messi in atto per evitare o ridurre le emissioni odorigene’, si ravvisa l’impossibilità di escludere che durante il processo produttivo possano svilupparsi sostanze generanti molestia olfattiva, sia in funzione delle materie prime utilizzate (cereali, farine animali…), che delle previste fasi di bagnatura e cottura delle stesse. Nel caso dovessero presentarsi segnalazioni di disturbo olfattivo da parte della popolazione, il Proponente dovrà attuare quanto indicato dalle Linee guida della Regione Piemonte (Deliberazione Giunta regionale 09 gennaio 2017 - n. 13-4554). In via cautelativa, si ritiene essenziale predisporre l’impianto in modo che si possano, in caso di necessità, implementare opportune tecnologie in grado di abbattere gli odori molesti, come già indicato nella su citata Relazione dallo stesso Proponente”.

Crediamo sia abbastanza evidente come le preoccupazioni della cittadinanza debbano essere in primo piano e necessitino di ampia e trasparente dichiarazione.

Per quanto riguarda il documento inviato dai legali dell’azienda, confermiamo la nostra massima sorpresa, poiché nessuna data-limite era stata evidenziata – neppure nel corso della Conferenza dei Servizi dello scorso 27 maggio – e nessun accenno al cospicuo sostegno finanziario di Invitalia era mai stato indicato, neppure dal signor Luigi Schiappapietra durante la prima assemblea pubblica del 6 maggio.

Restiamo quindi sorpresi dall’ennesimo “colpo di scena” di questa vicenda, che pare ogni giorno riservare notizie e sorprese. E ci chiediamo se la medesima sorpresa abbia colto anche l’Amministrazione comunale e quali saranno le repliche che i nostri Enti locali offriranno ai legali di Cerere SpA, essendo abbastanza evidente che la scadenza indicata nell’11 giugno sia gravata da una non troppo velata richiesta di risarcimento, indicando (oltre ai circa 10 milioni di euro del finanziamento Invitalia) anche il “danno di immagine per l’impossibilità di adempiere ai piani PNRR e la perdita di chance di utile, stimabile, sulla base del rapporto mancato EBIDTA/anno a regime, in circa € 18.185.143,00/anno”.

Di tutto questo e dell’iter intero del procedimento se ne parlerà oggi, 12 giugno, nell’assemblea pubblica alle ore 21, presso il salone di San Bartolomeo a Castagnole delle Lanze.

Castagnole Attiva

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