Il Covid torna a far tremare la sanità piemontese. Gli sforzi profusi per arginare la pandemia, hanno di fatto “concentrato” ancora una volta le energie di medici, infermieri e degli ospedali nella lotta contro il virus. Il risultato? La sospensione delle visite ambulatoriali, il rinvio delle operazioni e degli esami diagnostici.
L'allarme lanciato da Anaao Assomed
Un problema per tutti quei pazienti cronici, affetti da patologie non Covid, che rischiano di veder peggiorare le proprie condizioni. A lanciare l’allarme è Chiara Rivetti, segretaria regionale di Anaao Assomed: “Tutte le ondate di coronavirus determinano un sovraccarico lavorativo degli ospedali, impegnati a curare i pazienti con il Coronavirus, ma purtroppo hanno gravissime conseguenze su tutti gli altri malati di patologie non Covid”.
Sospese le visite ambulatoriali non urgenti
Attualmente, per esempio, in Piemonte risultano sospese le visite ambulatoriali che non siano urgenti o a 10 giorni. Eppure, al di là del Covid, esistono migliaia di pazienti cronici (cardiopatici, nefropatici, pneumologici, neurologici) che devono essere visitati anche se non sono urgenti. Se questo non dovesse accadere, le loro patologie non controllate andrebbero incontro a inevitabili peggioramenti. “In effetti stiamo assistendo a malati, i cui controlli sono stati rimandati da 2 anni, in condizioni gravi, peggiorate. Questo accade perché la terapia non è stata adattata alla situazione corrente o loro stessi, per paura di rimanere contagiati, hanno smesso di frequentare gli ospedali” conferma Rivetti.
Rinviate operazioni ed esami diagnostici
“Avremo malati con diagnosi note gravi e malati di cui tardiamo diagnosi, visto che sono stati rimandati gli esami diagnostici e non radiologici urgenti: questo significa tardare diagnosi di tumore, scoprendo patologie neoplastiche in fase avanzata, quando le cure sono meno efficienti” afferma la segretaria di Anaao Assomed. “Questa è una delle conseguenze gravi di avere malati Covid che in qualche modo vanno gestiti” ribadisce Rivetti.
Aumentano ancora le liste d'attesa
Di fatto, questa quarta ondata, non fa altro che far crescere le già eterne liste d’attesa. Le soluzioni non sono semplici: “Da un lato bisognerebbe migliorare l’appropriatezza, richiedere e selezionare le visite necessarie. Ma temo che siamo arrivati a un punto in cui tutte le visite sono ormai necessarie: l’appropriatezza si poteva sostenere prima del peggioramento delle liste d’attesa” sostiene la segretaria di Anaao Assomed.
La proposta: coinvolgere maggiormente i privati
“La nostra proposta - conclude Rivetti - è di coinvolgere maggiormente il privato nella somministrazione dei vaccini, nella gestione dei pazienti Covid e non nella gestione dei malati cronici, che dovrebbero essere presi in carico dagli ambulatori pubblici dove erano già seguiti per poter mantenere una continuità assistenziale”.