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Cultura e tempo libero | 05 aprile 2022, 09:30

Sabato sera nuovo appuntamento con la Stagione di prosa del Teatro Alfieri

In scena Beppe Rosso, regista e interprete di "Non mi pento di niente", opera dell'autore rumeno Csaba Szekely

Alcune immagini di scena tratte dallo spettacolo "Non mi pento di niente"

Alcune immagini di scena tratte dallo spettacolo "Non mi pento di niente"

La Stagione in abbonamento del Teatro Alfieri di Asti proseguirà, sabato sera alle 21, con lo spettacolo “Non mi pento di niente” di Csaba Szekely, traduzione dal romeno di Roberto Merlo, diretto e interpretato da Beppe Rosso. Con lui sul palco anche Lorenzo Bartoli e Annamaria Troisi.

Csaba Székely, giovane e pluripremiato autore romeno, in questo testo propone un susseguirsi di fatti che coinvolgono un ex colonnello della Securitate, la famigerata polizia segreta del regime comunista, contattato e in qualche modo ricattato dai nuovi servizi di sicurezza. Vicende e nefandezze del passato si intrecciano con un presente ancora segnato da quelle vicende, ma in cui si prospetta un’occasione di riscatto attraverso l’affetto per una ragazzina, piombata per caso nella vita del colonnello.

Una commedia nera, scritta con profondità e leggerezza, capace di combinare humour e tragedia e di trarre forza proprio dalla commistione degli opposti. Una penetrante riflessione sul passato, sull’impossibilità di cancellarlo e anche sull’influenza spietata che esso esercita sul presente. Un’indagine sul rapporto tra passato e presente, che attraverso i tre personaggi coinvolge e mette in discussione l’intera storia di un Paese.

Lo spettacolo offre uno spiraglio di comprensione di quel mondo dell’Est, così europeo e allo stesso tempo così distante, e penetrare una realtà “altra”, per far com-prendere – nel senso etimologico di “prendere con noi” – il sentimento di quei popoli, protagonisti di un’utopia ideologica e che, all’indomani del crollo del muro, hanno dovuto fare i conti con gli errori del proprio passato.

Un passato che sempre, prima o poi, ricompare e presenta il conto, così come avviene nella vita del colonnello Dominic. Personaggio emblematico, poiché la sua personale vicenda diventa per amplificazione la vicenda di un intero popolo e assume connotazioni universali. Così il testo, partendo da una situazione individuale, si apre a una dimensione di conflitto sociale più esteso, dove i grandi cambiamenti annunciati non sempre sono veri e portano sottopelle tracce indelebili del passato.

Székely si rivela autore raffinato e innovativo, capace di indagare l’animo umano nelle sue molte sfaccettature, dove la colpa individuale alla fine trova la giusta punizione e la giusta collocazione nel cosmos, con connotazioni e risvolti che fanno pensare a Dostoevskij. E dove la Storia interviene nella vicenda quasi come una presenza immanente, che detta le regole delle azioni: di ciò che è stato e di ciò che è.

Biglietti (22 euro platea, barcacce, palchi; 17 euro loggione) disponibili alla cassa del Teatro Alfieri, aperta dal martedì al venerdì dalle 10 alle 17, e online su www.allive.it e www.bigliettoveloce.it . Ingresso regolato dalle normative vigenti.

Per informazioni e prenotazioni: 0141.399057-399040 www.teatroalfieriasti.it

Redazione

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