Tutti noi cerchiamo risposte. Le risposte sono la risoluzione di un problema, il risultato finale di un'operazione: il fine delle nostre azioni. Trovare una risposta è gratificante, anche consolatorio, perché corrisponde ad una nostra esigenza, quella di non poter sostare troppo a lungo in uno stato di sospensione. La risposta riconduce tutto ad un punto di convergenza, al suo esito. Le possibilità che il problema nasconde in sé, i mille sentieri percorribili vengono abbandonati per lasciar spazio alla via maestra da seguire. Per tutte le altre strade possibili, si apre lo spazio della letteratura.
Eppure - si dice - i sapienti, forse i saggi, non si accontentano delle risposte. Rovesciano la questione: la risposta è solo un mezzo per il vero fine, ovvero la domanda. "Cerca la risposta corretta, ma trova la domanda giusta" e "una buona domanda è meglio di molteplici risposte approssimative" è quanto affermano. Così, la filosofia è sempre stata lacerata tra questi due poli, la domanda da una parte e la risposta dall'altra. E così i filosofi. Due atteggiamenti allora si contrastano: chi parteggia per l'importanza della prima, intendendo l'autentica operazione filosofica la formulazione della giusta domanda, di quella formulata per benino linguisticamente e di conseguenza logicamente inattaccabile e chi, di contro, è del partito della risposta, identificando l'impegno filosofico con la fine analisi delle varie questioni e l'individuazione della via più breve in vista di una rapida risoluzione del problema.
Rigore formale (la giusta e bella domanda) e principio di efficacia (il sentiero meno scosceso) - così come neanche le loro gaglioffe combinazioni: una domanda risulta ben formata se facilita la risposta corretta e una risposta è definitiva se e solo se impedisce la riproposizione del problema - tuttavia non riescono a esaurire quel profondo legame che unisce domande e risposte. Perché, e questo è forse proprio il bello della filosofia, domande e risposte si rincorrono come due innamorati, si mettono alla prova, si stuzzicano. È un qualcosa di adolescenziale perché ribelle: la risposta forza la domanda che sprona alla risposta in un gioco di continua negoziazione che crea una intimità speciale. Per l'appunto, domande e risposte.
Simone Vaccaro