Momento di massima distanza rispetto al senso comune è quando la filosofia - ma forse sarebbe meglio dire il filosofo - si va a lambiccare il cervello per offrire una spiegazione organica e complessiva della realtà. L'operazione è da subito tacciata di sofisticheria, condita con un pizzico di malafede: chi può mai essere in grado di comprendere tutta quanta la realtà?
In realtà non si tratta proprio di comprenderla tutta quanta: basta rendere ragione solamente della logica interna, di quel filo rosso che collega tutte le perline e che le rende collana. Chiarito l'equivoco, tuttavia, l'accusa non sembra essere stata fugata: chi può pretendere di essere riuscito a carpire la logica della realtà? Se va bene, la filosofia viene così accusata di astrattismo se non di acosmismo (parolona che sancisce la secessione della - presunta - filosofia dal mondo cui deve offrire spiegazione).
Ho scritto "presunta" perché una filosofia che dimentica il mondo non è, semplicemente, filosofia. Dovendo rendere ragione di ciò che è il reale, e partendo dal presupposto di trovarcisi invischiata, la filosofia trova nell'esperienza comune il suo punto di partenza, il suo innesco. Il senso comune, ovvero il modo di interpretare e di cercare di porre ordine alla caotica realtà che ci vede coinvolti, non è demonizzato. Il senso comune ha il suo senso, che è già di per sé filosofico. Opinione è, per i primi filosofi, il modo di presentarsi del senso comune: non cogliere, cioè, che il mondo sia estremamente più complesso di quanto una semplice spiegazione non lasci intendere (sia essa a carattere mitologico, istituzionale, dogmatico). Verità, invece, è la ricerca di questo qualcosa di più complesso.
Siamo ritornati però così al punto di partenza, all'astrattismo filosofico? In realtà no. Certo, non si possono negare i tratti effettivamente astratti dei ragionamenti filosofici, ma questi sono solamente il mezzo per il fine: opinione, in poche parole, non è il senso comune, ma la pretesa che tutto si esaurisca con il, e grazie al, senso comune. La filosofia, allora, si allontana dal senso comune come la diagnosi del medico dall'autodiagnosi del paziente: il senso comune è la fonte primaria del pensiero filosofico che se ne distanza solo per osservarlo meglio.
Simone Vaccaro