Ne bastavano 8.000, sono diventate 12mila. Sono le firme raccolte dai promotori di una proposta che superi l'attuale legge regionale sul gioco d'azzardo patologico. Oltre 40 sigle, tra associazioni come Libera, Sermig e Gruppo Abele, ordini professionali sanitari e amministratori locali.
"Giochiamo la nostra partita" è il titolo della campagna di raccolta firme, che in quattro mesi (invece che sei) ha superato ampiamente il traguardo. "Un risultato importante che testimonia quanto il tema del contrasto al gioco d’azzardo patologico sia sentito tra la popolazione, perché è un problema vissuto da molti", dicono gli organizzatori.
"È un percorso iniziato a marzo e che rappresenta la volontà popolare - dice Maria Josè Fava, referente per Libera Piemonte -. Quella del 2016 era una legge ottima, che non vietava il gioco, ma tutelava le fasce deboli e le zone più a rischio. I dati del 2019 di Ires e Università dimostravano i cali di percentuali sia nel gioco che nelle patologie. Così come gli accessi al Sert".
In particolare, la raccolta in Piemonte era scesa da oltre 5 miliardi a circa 4,5 miliardi, mentre i giocatori-pazienti in cura al Sert per gioco d'azzardo erano passati da 1327 a 1054. Le stesse slot machine erano scese, sul territorio, da 29.544 a 12.274.
Poi col Covid molto si è bloccato. "Ma la Regione ha voluto cambiare la legge, aumentando le distanze e diminuendo i luoghi sensibili. Negli ultimi mesi sono state chieste 230 autorizzazioni, che vogliono dire molto più apparecchi - prosegue Fava - aumentando l'offerta e portando la gente a giocare, soprattutto in un periodo di difficoltà economica".
Raccolta firme, ma anche autenticatori. "Oggi le consegniamo al Consiglio regionale. E passati i tempi tecnici dovranno ridiscutere la norma. Non sappiamo l'esito, ma sappiamo che qui in gioco c'è la tutela dei cittadini. Non vogliamo abolire il gioco, ma mettere dei paletti. E metterli al gioco legale, si mettono anche a quello illegale. E chi dice il contrario non sa come funzionano le mafie sul territorio".
Con la CGIL poi si chiede un articolo di legge a tutela dei lavoratori del gioco legale. "Vogliamo tutelare tutte le persone coinvolte. E porteremo anche 21 delibere di Comuni che hanno approvato lo stesso documento di legge", dice Fava. E Giorgio Airaudo, segretario Cgil Piemonte, aggiunge: "È raro che le assemblee traducano in legge le proposte popolari, ma questa volta ce lo aspettiamo. E vigileremo. Lo sappiano la giunta, i consiglieri e il presidente Cirio".
"La prima battaglia è stata sulla legge più approvata in Consiglio regionale - dice Diego Sarno, coordinatore regionale di Avviso pubblico -. Sono stati fatti oltre 900mila emendamenti, ma alla fine la maggioranza ha legittimamente approvato le modifiche che voleva, avendone i numeri. Ma i documenti approvati dai Consigli comunali hanno visto il voto anche di giunte di centrodestra o liste civiche. È un tema di tutela della salute pubblica".
La popolazione rappresentata da parte dei Consiglio comunali è di circa un milione e 38mila persone.
"Tanti famigliari ci hanno ringraziato - dicono da Sermig e Gruppo Abele - perché sono loro le vittime indirette in situazioni come queste che calpestano la dignità delle persone. Ci hanno ringraziato persone che ci sono passate e firmando ce lo hanno confessato, compresi coloro che magari erano ancora coinvolti in questo problema".
"Astenuti e contrari nei Comuni sono stati solo il 10% (i voti favorevoli sono stati 186, gli astenuti 8, i contrari 10, ndr) - dice Roberto Montà, presidente nazionale di Avviso pubblico ed ex sindaco di Grugliasco - e questo dimostra come chi sta a contatto con il territorio conosce la sofferenza delle persone, ma anche i rischi a livello di infiltrazione e riciclaggio".