Non ci sono parole per descrivere l’importanza del vino, una costante presenza sulle tavole di moltissime civiltà da migliaia di anni. Le prime tracce sono state rinvenute in Georgia, in una serie di giare risalenti a ottomila anni fa. Si potrebbe anche dire che queste giare rappresentino una versione antica di una più moderna cantinetta vino.
Da allora, questa bevanda viene prodotta in tutto il mondo con i più svariati metodi di lavorazione. In particolare, negli ultimi anni sta prendendo piede il vino biologico, realizzato con uve coltivate secondo un modello sostenibile per l’ambiente.
Ma cosa si intende con “vino biologico”? E quali sono i suoi vantaggi rispetto a quello convenzionale? Vediamoli insieme, per capire quanto spazio merita nella vostra casa o magari nella vostra cantinetta vino da incasso in cucina una buona bottiglia eco-friendly.
Vino biologico: di cosa si tratta
La storia della viticoltura biologica è piuttosto recente e risale agli anni Sessanta, quando in Francia inizia ad affermarsi un movimento per la produzione di vini più naturali, senza l’uso di pesticidi o altri prodotti chimici di sintesi.
Da allora, sempre più viticoltori hanno iniziato ad abbracciare l’agricoltura biologica. Nonostante questo, per diversi anni si è potuto parlare a livello commerciale solo di “vini prodotti a partire da uve biologiche”, e non di “vino biologico”. Questa nomenclatura è stata introdotta dal regolamento di esecuzione n.203/2012 della Commissione Europea.
I vantaggi del vino biologico
Quali sono i vantaggi del vino biologico?
Rispetta l’ambiente
Nei vitigni biologici non vengono usati fertilizzanti, pesticidi e altri prodotti chimici di sintesi che potrebbero danneggiare l’ambiente. Infatti, gran parte di queste sostanze viene dispersa nel suolo, inquinando non solo il terreno ma anche le falde acquifere sottostanti.
Crea più posti di lavoro
Questo è un aspetto poco evidenziato quando si parla di vino biologico. Secondo uno studio francese condotto nel 2016 dall’INRAE, l’agricoltura biologica crea 1,5 volte il numero di posti di lavoro rispetto a quella convenzionale. E per quanto riguarda il settore vinicolo, il 34,6% delle coltivazioni biologiche impiega uno o più operai a tempo indeterminato, contro il solo 21,6% di quelle convenzionali.
È di qualità superiore
Alcuni studi hanno confrontato la qualità dei vini convenzionali con quelli biologici e hanno dimostrato la qualità superiore dei secondi. Per esempio, una ricerca condotta nel 2016 dall’Università della California ha analizzato 74 mila varietà diverse di vini prodotti nello Stato della West Coast e ha evidenziato una qualità maggiore del 4,1% per i vini eco-friendly.
Contiene meno solfiti
Di per sé i solfiti non sono dannosi per l’uomo: si formano naturalmente durante la fermentazione dell’uva, e spesso vengono aggiunti per mantenere le proprietà organolettiche del vino. Tuttavia, se assunti in quantità eccessiva, possono essere dannosi per l’organismo.
Uno dei vantaggi di un vino biologico è proprio il minor contenuto di solfiti. La normativa europea prevede infatti un quantitativo massimo di anidride solforosa totale per i vini rossi secchi di 100 mg/l, mentre per i bianchi secchi il limite previsto è di 150 mg/l. Sono valori più bassi rispetto ai vini convenzionali, che hanno un limite di 200 mg/l per i rossi e 150 mg/i per i bianchi.
A questo punto, non resta che cercare una buona bottiglia di vino biologico da conservare nella vostra cantinetta vino, perfetta compagna per cene eleganti con amici e famigliari.