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Cultura e tempo libero | 17 dicembre 2022, 09:00

Social, influencer e animali morti

Nuova uscita per la rubrica "Lavorare stanca. Allora leggi"

Foto Letture

Foto Letture

Io questo libro non volevo leggerlo.

Solo che poi mi hanno chiesto di moderare la chiacchierata con Irene Graziosi, l’autrice, il 15 dicembre al Fuoriluogo.

E quindi ho dovuto leggerlo.

Conosco Irene da quando sono adolescente, forse i suoi video su youtube (in cui legge capitoli di libri) sono stati lo stimolo che mi ha fatto addentrare nel mondo della divulgazione letteraria. 

Irene è autrice di articoli, di libri, di serie di video, di progetti online. L’ho ascoltata per mesi durante il lockdown: lavando i piatti, stirando, studiando, camminando per casa.

Sono affascinata dal suo modo di parlare, di porsi e di vedere lucidamente il mondo. 

E allora cos’è che mi ha intimorita a morte del suo libro, Il profilo dell’altra

L’argomento: i social. 

Trito e ritrito. 

Nessuno però ne hai mai parlato con questo tono: vivo e cinico.

“Prima di incontrare Gloria la mia vita mi appartiene. 

O quanto meno, mi somiglia”

Questo è l’incipit.

Il romanzo, perché è di un romanzo che si tratta nonostante dalla tipologia di penna della scrittrice ci aspettassimo tutti un saggio mattonazzo, è la storia di due ragazze. Gloria, una giovane influencer, e Maia la sua social media manager. Da un lato abbiamo un contenitore vuoto e privo di personalità che però appare pieno dei più alti valori e per questo seguita da milioni di followers e dall’altro una testolina ricolma di cultura, consapevolezza e lucidità che però si trascina a mò Sartre facendo un po' schifo a se stessa e agli altri. Come va a finire non ve lo dico, leggetelo!

Il punto è che il libro tratta di identità, prima di ogni altra cosa. 

E infatti in copertina c’è uno specchio. 

“Tu coincidi con quello che dimostri sui tuoi social?”

Tratta del mondo dei social in modo attuale, fresco, contemporaneo e quindi urgente perché domani il flusso di questo torrente impetuoso sarà già cambiato.

Tratta del lavoro nel mondo dei social e tratta di droghe.

Ho riso molto, soprattutto nella discussione “il prosciutto confezionato nella plastica è il male del mondo” e ad ogni “amo questa sei troppo tu”. 

Guardate i video di Irene se ancora non la conoscete. 

“Sui social le persone si mostrano per come vorrebbero essere viste dagli altri. 

Ciò che emerge non è ciò che si è, ma ciò che si desidererebbe essere. 

Non c’è niente di più intimo dei propri desideri, eppure mi ritrovo quelli altrui spiattellati ovunque”

Alle persone già immerse nei social: recuperate il suo romanzo perché vi troverete in ciò che vivete quotidianamente e fa stranissimo leggerlo. 

Ai boomer/ persone lontane dai social: recuperatelo perché comprenderete una fetta sconosciuta di umanità, che fa sempre bene. 

A tutti: chiedetevi chi siete. Ascoltatevi, conoscetevi. 

“Il dolore per gli animali morti sui social va forte, naturalmente. Non conosce classi e non mette a disagio. Ecco chi scala le classifiche, non i vestiti eleganti, non le scollature, non le spiagge: gli animali morti”

Aurora Faletti

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