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Cultura e tempo libero | 04 febbraio 2023, 11:35

Storie di Orgoglio Astigiano. Aurora, coltivatrice letteraria: "Grazie ai libri viaggio dal divano, immersa nelle nostre colline"

21 anni, Aurora Faletti ha creato il progetto social "Letture". "La lettura aiuta ad allenarti a darti tempo: un libro è da finire e per farlo ti servono tempo, spazio, respiro e pazienza. Le cose vanno coltivate, se ne vale la pena veramente. Instagram è pieno di persone che ce l’hanno fatta. Ma gli altri?"

Aurora

Aurora

Per accompagnarti nella lettura di questa intervista ti consiglio la canzone Think, di Aretha Franklin, contenuta nella playlist "Orgoglio Astigiano" su Spotify

Aurora, Aurora Faletti, la conosco da diversi anni. Dovete sapere che abbiamo un rapporto speciale.

Entrambe abbiamo frequentato il Liceo Classico. Il suo primo anno di liceo è stato l'ultimo per me, avendo quattro anni di differenza. Differenza anagrafica che, però, ci ha sempre permesso di scambiarci esperienze, umori, colori, suoni, sensazioni. E a lei cerco di dare ogni volta qualcosa del mio breve vissuto, consapevole che, alla sua età, avrei tanto voluto qualcuno che lo facesse con me.

Quello che mi dà lei in cambio... credo lo capirete benissimo da soli leggendo questa intervista. Niente spoiler!

Aurora, come è nata la tua passione per la lettura, che ha poi dato vita al progetto social "Letture"?

Durante il Covid. Frequentavo l'ultimo anno di liceo: ero a casa e ho iniziato a leggere romanzi, cosa che non avevo mai fatto prima. Almeno... non con la giusta attenzione. Mi trovo travolta da questo mondo 'altro' e non so a chi raccontare questa cosa, perché nessuno della mia famiglia in realtà aveva questa passione. Così mi sono informata su Internet e ho visto che, ad esempio, su YouTube c'erano diverse persone che recensivano libri. Mi sono sentita capita e inclusa. 

Perché capita?

Perchè ho sempre visto la lettura come un’esclusione: mi sembrava di essere troppo coinvolta. Invece ho visto che molti leggono con questa passione, la stessa che anima me. Ho scoperto Bookstagram e altri social, che facevano conoscere il mondo della lettura in un modo fresco. Non da vecchi. Così ho aperto il mio profilo, ma, inizialmente, ho bloccato tutte le persone che potevano capire che ci fossi io dietro al nome "Letture".

E poi?

Dopo un anno e mezzo mi è passata la vergogna. Dal 2020 non ho mai smesso di leggere: leggo ogni giorno e raramente mi ricapita di vivere le emozioni del primo libro.

Qual è stato il tuo primo amore?

"Shantaram" mi ha immerso nell’India: ho veramente viaggiato sul divano leggendolo... e poi "La verità sul caso Harry Quebert", con una suspense che pensavo solo i film potessero dare.

Cosa vuol dire per te leggere?

È una sensazione cambiata nel tempo. Adesso sta ritornando quella originaria: riscoprire qualcosa di me attraverso le parole di un altro, per vederla in maniera più lucida, meno buia e scura. Apre i mondi, mi riconosco nelle cose che solo io ho provato. Invece, a metà del mio percorso, la lettura era una fame di scoprire tutti gli scrittori e i generi, non capivo cosa mi piacesse davvero leggere. Era una sorta di bulimia di conoscenza, anche e soprattutto acritica. Sembrava tutto interessante.

Come nasce la definizione di "Coltivatrice letteraria"?

Il progetto si è evoluto anche con persone che, dal vivo, volevano parlare con me di libri e con cui mi sentivo a mio agio. Mi hanno proposto di presentare diversi libri; è piaciuto il mio modo di fare, soprattutto tra gli scrittori emergenti. Mi sono chiesta: cosa sono? È nata così questa definizione, grazie a Luca Giamesio, mio grafico e fidanzato. Getto semini della lettura su un grande prato, che può essere coltivato da chi ha voglia di farlo. Insieme a quei semini. All’inizio il mio stile era più alto, parlavo a lettori 'forti', ma poi ho capito che volevo rivolgermi a chi era spaventato dalla lettura.

Cosa intendi per persone spaventate?

Portare le persone alla consapevolezza che leggere è scoprirsi, è leggerezza, è empatia. Volevo descrivere sensazioni complesse a mia nonna che non legge o a chi pensa sia un mondo elitario quello della lettura. Leggere Dostoevskij non è così, scrive di noi e della nostra vita. Scrive: "Le case illuminate sono sempre quelle degli altri”. È come se parlasse di noi, dei nostri problemi quotidiani. In tutto ciò trovo conforto.

Il semino e quel linguaggio immaginifico

Avete capito, vero, cosa è in grado di dare Aurora ogni volta che ci incontriamo? Così come ogni volta che incontra, di persona o tramite storie o post, tutti voi. Aurora parla di getto, pur riflettendo su ogni singola espressione. Il suo è un linguaggio vivo, sentito, che sfrutta alla massima potenza le immagini. Con il sorriso di una persona che sa ascoltare e sa ascoltarsi, Aurora può dirvi qualsiasi cosa e, sicuramente, quella "roba lì" ve la porterete a casa. E ci rifletterete mentre lavate i piatti, mentre cenate. Perché, senza che voi ve ne accorgiate, Aurora durante quella chiacchierata vi ha messo un semino nel cuore. O forse, vi ha semplicemente ricordato che ne avevate uno e che stava morendo. Perché non gli avevate più dato acqua.

Come definiresti il tuo rapporto con il territorio, con l'Astigiano?

A me piace stare dove sono. La mia avventura è iniziata leggendo Pavese, la sua passione nel descrivere le colline mi ha fatto capire che è lì che volevo stare. Io sono al centro di queste colline. Asti ha una ricchezza culturale e una vivacità immensa che per qualche strano motivo sta in silenzio, non viene fuori.

Cosa pensi serva fare per fare sentire le varie voci di Asti?

Ho provato a fare da megafono: bisognerebbe fare più sinergia, creare una trama comune. Ognuno di noi fa cose diverse, nessuno di noi è contro qualcuno. Mi sento parte di tutto questo e non è vero che ad Asti non c’è niente, devi avere la voglia di trovarlo! Sono stata accolta in questo ambiente dalle varie organizzazioni, dalla biblioteca, dal fuori luogo, dalla voce di Asti stessa. La cosa che più mi ha impressionata è stato capire che i miei primi seguaci sono state persone giovanissime, anche più piccole di me. Solo adesso mi seguono anche i più grandi, forse solo quando hanno visto qualcosa di concreto hanno capito che potevo meritare la loro fiducia.

Che messaggio vogliamo dare oggi ai giovani come noi?

Basandomi sulla mia esperienza, all’inizio non è una cosa naturale uscire dal proprio guscio e dalle solite cose che fai nel weekend. Ma sei stimolato in modo diverso solo se fai cose diverse. Approcciarsi a strade nuove anche in un posto in cui pensi che non ci sia niente: credo che sia questa la chiave. Sperimentare senza avere timore, senza aver paura del giudizio. Magari con un amico. Leggere mi ha fatto capire di avere un’interiorità. Invece, prima ero in balia degli altri. Grazie a Dostoevskij, Sartre, ho iniziato con libri esistenziali. La lettura aiuta ad allenarti a darti tempo: un libro è da finire e per farlo ti servono tempo, spazio, respiro e pazienza. Le cose vanno coltivate, se ne vale la pena veramente. Instagram è pieno di persone che ce l’hanno fatta. Ma gli altri?

E un messaggio agli haters lo abbiamo?

A loro ricordo che l’obiettivo comune è spingere le persone a leggere, non a leggere quello che piace a loro e basta. A loro dico... anche meno!!!

Il video messaggio agli amici de "La voce di Asti"

Chi è Aurora

Aurora, 21 anni, coltivatrice letteraria.

Durante il lockdown ho nutrito la mia passione per la lettura tanto da sentire il bisogno di condividerla sui social creando un profilo instagram “Letture” in cui parlo della scossa che mi ha lasciato un libro e spero di stimolare al personale e appassionato risveglio del leggere.

Ho avuto enormi possibilità di confronto grazie ad un master in editoria, alla scuola Holden e agli studi anche se interrotti in letteratura europea.

Coltivatrice letteraria è la definizione sintetizzata dell’idea di gettare il semino della letteratura e farlo germogliare insieme. Ho concretizzato questa curiosità presentando e moderando eventi letterari nell’Astigiano.

Questa città ha molto da offrire dal punto di vista letterario, tanto che ho creato una rubrica “LAVORARE STANCA E ALLORA LEGGI” per il quotidiano online La voce di Asti in cui mostro la meraviglia di realtà, eventi e scrittori emergenti. Curo anche una rubrica di consigli di lettura ironici e stagionali, in collaborazione con Mondadori, per la rivista ASTI È.

Collaboro anche con la Fondazione Pavese per l'organizzazione di eventi.

 

Elisabetta Testa


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