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Green | 26 marzo 2023, 17:58

Il Piemonte rischia di "perdersi" nel bosco: solo il 15% del patrimonio è gestito correttamente

L'appello dei dottori agronomi e forestali riguarda oltre un milione di ettari (compresa la valle d'Aosta): "Sono una protezione anche dal rischio idrogeologico"

Soltanto il 15% dei boschi in Piemonte viene curato nella maniera migliore, secondo gli esperti (Foto di Irina Iriser su Unsplash)

Soltanto il 15% dei boschi in Piemonte viene curato nella maniera migliore, secondo gli esperti (Foto di Irina Iriser su Unsplash)

Tra Piemonte e valle d'Aosta ci sono oltre un milione di ettari di boschi, ma di questi soltanto il 15% viene curato nella maniera giusta. Una minoranza che rischia di trasformarsi in un'occasione persa o - peggio - in un rischio. Parola di esperti come la Federazione Interregionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali del Piemonte e della Valle d’Aosta insieme a regione Carabinieri Forestale “Piemonte” e Regione Piemonte.

"Si tratta di una condizione certamente rischiosa, soprattutto se si pensa che tra il 90 e il 100% di questa superficie è in aree sottoposte a vincolo idrogeologico in cui quindi la presenza del bosco diventa un imprescindibile fattore di protezione", dicono i tecnici.

Per capire cosa significhi una corretta gestione delle risorse forestali – dice Marco Allasia, vicepresidente della Federazione Interregionale -, basta pensare che il 34% della superficie territoriale piemontese ed il 30% di quella valdostana è coperta da boschi che costituiscono non solo un elemento ambientale e paesaggistico, ma anche economico e, soprattutto, di rischio oppure di protezione in relazione al grado di manutenzione”.

E aggiunge: “Anche oggi permangono tutte le riconosciute funzioni svolte dal bosco oltre a quelle strettamente produttive: contenimento di perdita di suolo, regolazione delle precipitazioni a terra, prevenzione di smottamenti e frane. A tutto questo si aggiunge la funzione di regolatore di eventi climatici. Si tratta di quell’insieme di funzioni ormai insostituibili che vengono indicate come servizi ecosistemici che hanno forti ricadute positive sull’ambiente e sulle comunità”.

A spaventare, soprattutto, è il degrado e l'abbandono per questi terreni. Una situazione che "rischia di trasformarli da elementi di protezione a fattori di rischio”, dice ancora Allasia. “Va dato un ulteriore impulso alla pianificazione delle risorse forestali che ad oggi raggiunge una limitata porzione del patrimonio boschivo delle due regioni. Servono quindi forti investimenti ma, prima ancora, la messa a punto di un metodo di intervento che possa essere applicato al nostro territorio”.

Per stare tranquilli nelle comode case di città occorre che tutti i boschi siano messi in condizione di assolvere al meglio le loro funzioni: nelle aree montane ed in quelle collinari”, conclude.

Massimiliano Sciullo

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