Questa notte, per i più rigorosi nel momento in cui le lancette indicheranno le 3, si rinnoverà l’amato-odiato momento in cui dovremo mettere mano agli orologi a causa del passaggio tra ora legale e ora solare.
Pertanto – eccezion fatta per computer, smartphone e orologi digitali connessi a internet, che effettueranno la modifica in piena autonomia – dovremo spostare le lancette un’ora indietro, il che comporterà poter dormire un’ora in più: un piccolo ‘regalo’ che si rinnova ad ogni autunno.
Naturalmente, la drastica modifica oraria comporta sia dei vantaggi che degli svantaggi. Analizziamoli brevemente.
Tra i primi figura la possibilità di sfruttare meglio le prime luci dell’alba, riducendo di conseguenza il consumo di energia elettrica per l’illuminazione artificiale. Si stima che in Italia, nel periodo dal 2004 al 2022, l’ora solare abbia consentito di non utilizzare circa 10,9 miliardi di kWh di energia, con un risparmio economico di 2 miliardi di euro.
Chiaramente, meno energia consumata si ‘traduce’ in un minor impatto ambientale. Ciò accade perché si riducono le emissioni di CO2 legate alla produzione di elettricità, con evidenti benefici per l’ambiente.
Di contro, non mancano gli svantaggi, lamentati da molte persone – con riferimento principalmente (ma non soltanto) a bambini, anziani e malati cronici – che, soprattutto nei primi giorni post cambio dell’ora, faticano ad adattarsi.
Problematica correlata al ritmo circadiano, cioè al ciclo sonno-veglia che regola le funzioni fisiologiche del nostro organismo. La sua alterazione, conseguente il cambio d’ora, può provocare problemi di insonnia, stanchezza, irritabilità e difficoltà di concentrazione.