Il Movimento 5 Stelle entra nel dibattito sanitario con le tante criticità emerse a livello astigiano, regionale e nazionale, mentre la Regione chiede più risorse. Con una proposta di legge al Parlamento, presentata dalla Giunta e votata questa mattina all’unanimità, il Consiglio regionale chiede di vincolare per legge ad una percentuale non inferiore al 7,5 per cento del Pil il finanziamento annuale del sistema sanitario nazionale, con un incremento graduale da qui al 2027.
Il testo, ha spiegato l’assessore Luigi Icardi, è stato condiviso in Conferenza delle Regioni e sarà ora inviato alla Camera dei Deputati: “Con questa legge chiediamo che i fondi della sanità vengano integrati, fino a raggiungere la soglia minima del 7,5 per cento del Pil, e il superamento dei vincoli di spesa per il personale sanitario, nel rispetto dell’equilibrio finanziario”.
Di seguito la nota del pentastellato astigiano Cerruti.
Intervengo in tema di sanità per comunicare che il M5S, come sempre, è a fianco di medici ed infermieri questa volta nella fondamentale battaglia storica in difesa del Servizio Sanitario Nazionale.
La preoccupazione è tanta per un servizio che tutela la nostra salute e purtroppo è di vitale utilità a tutti nel corso della loro vita; messo a dura prova durante il periodo pandemico proprio lì si è rivelata la sua importanza e prevalenza rispetto al settore privato che deve essere considerato al limite un valido ausilio in determinate situazioni e non la via ordinaria.
Occorre porre uno stop alla fuga delle professionalità che si sta verificando sempre più spesso all’interno degli ospedali e delle strutture pubbliche: vanno create le condizioni affinchè i migliori infermieri ed i medici più esperti e qualificati in ciascun ramo rimangano a disposizione di tutti.
Costringerli invece ad andarsene per poi richiamarli in emergenza come consulenti pagandoli il triplo è un giro vizioso che crea danno economico alle casse dello stato ed una inefficienza per i pazienti.
Il patrimonio umano è il bene più prezioso nel settore della sanità per cui occorre invertire quanto prima la rotta intrapresa, valorizzando adeguatamente i professionisti già operanti all’interno e li si coinvolga maggiormente nelle decisioni strategiche: le opinioni di chi opera direttamente sul campo sono le più importanti ed utili.
Assolutamente dovuto è responsabilizzare i vertici di Regione e Stato i quali devono rendere conto del loro operato, occorre remare tutti dalla stessa parte su una barca che sembra andare alla deriva: a tal proposito, come forza politica non possiamo che esprimere tutta la nostra preoccupazione legata ad una idea di sanità che con questo governo diventerà un bene di lusso e non più un diritto garantito dalla Costituzione.
La direzione attuale non va a favore del Settore Pubblico ed a fari spenti si corre per depotenziarla, accarezzando nel frattempo il pelo agli imprenditori delle cliniche private, a cui vengono regalati due miliardi nei prossimi anni.
Continuare a percorrere la strada dei tagli in programma sulla sanità produrrà una ulteriore accelerata verso la privatizzazione di tutto il possibile, anche delle sale operatorie: una follìa davanti gli occhi di tutti.
Costerebbe molto meno assumere medici e infermieri ed investire in attrezzature efficienti ed invece si preferisce puntare su spese straordinarie, consulenze a spot e gettoni di presenza esorbitanti.
I cittadini pagano le tasse anche e soprattutto per essere curati in caso di bisogno ma soprattutto di essere trattati tutti adeguatamente e con pari diritti, senza dover ulteriormente mettere mano al portafoglio ed a prescindere dal loro ceto sociale e possibilità economiche.