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Politica | 23 gennaio 2024, 16:14

"La vecchia guardia dell'MSI non poteva perdere anche il treno delle elezioni al Consiglio regionale del Piemonte". Polemica sulla candidatura di Sergio Ebarnabo

Briccarello, Malandrone e Bosia commentano anche lo slogan della campagna elettorale: "In Regione, il consigliere che serve" e chiedono le dimissioni dalla Fondazione

Sergio Ebarnabo

Sergio Ebarnabo

Sergio Ebarnabo lo aveva già annunciato a settembre, in occasione della presentazione del lavoro del Governo Meloni, esposto dai vertici locali di Fratelli d'Italia: "Mi candiderò alle Regionali 2024".

La copertina Facebook della candidatura

Ora i consiglieri di minoranza: Vittoria Briccarello, Mauro Bosia (Uniti si può) e Mario Malandrone (Ambiente Asti), complice la foto di copertina Facebook ammiccante dell'imprenditore, volto storico della destra astigiana, vicepresidente del consiglio di indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, vicepresidente di Astiss, hanno diramato una dura nota stampa e un'interrogazione in merito.

"La vecchia guardia dell’MSI non poteva perdere anche il treno delle elezioni al Consiglio regionale del Piemonte", rimarcano.

"Dopo anni di assoluta minoranza, anni di resistenza fuori dai posti che contano e dai 'giri' che decidono, dopo gli anni un po’ nascosti nel ventre molle della banca astigiana, sempre all’ombra e anche disciplinatamente agli ordini della gerontocrazia che ad Asti continua a contare, è scoccata l’ora di Sergio Ebarnabo", sottolineano polemici, criticando anche il logo della campagna.

"In Regione il consigliere che serve"

"Sullo sfondo le colline astigiane; da un lato il simbolo di Fratelli d'Italia, dall'altro la fotografia del nostro Sergio, un po' distante dallo spettatore per nascondere qualche anno e aggirare lo stereotipo politico oggi in voga del nuovo che avanza. Ma si sa che i vecchi militanti missini non si piegano davanti all'ultima moda: e così, dopo anni di ombra, ben remunerata, Sergio prova ad entrare a far parte della 'gerontocrazia' astigiana. Su tutto campeggia uno slogan che, immaginiamo, sarà il grido di battaglia con cui Ebarnabo darà l'assalto a Palazzo Lascaris: 'In Regione il consigliere che serve”. Messo così sorgono spontanee un paio di domande: a chi serve? Chi serve? Nel corso della campagna elettorale il candidato non farà mancare i chiarimenti necessari di un logo che, al momento, non pare troppo azzeccato".

Candidatura in conflitto con il regolamento della Fondazione?

Secondo i consiglieri alla Regione servirà soprattutto una sanità pubblica di livello e aggiungono : "Un anno fa sarebbe servito un assessore regionale alle Politiche sociali e all’Integrazione sociosanitaria che non lasciasse fallire la casa di riposo città di Asti, cosa che invece ha fatto proprio l'assessore Marrone di Fratelli d'Italia".

Secondo Briccarello, Bosia e Malandrone, la formalizzazione della candidatura sui social lederebbe l'Art. 8, comma 5 della Fondazione Cassa di Risparmio che stabilisce che i componenti della Fondazione debbano sottoscrivere un impegno con il quale rinunciano a candidarsi per incarichi politici, l’articolo recita testualmente che “la candidatura per incarichi politico – amministrativi porta alla decadenza”.

Chieste le dimissioni dalla Fondazione

"E’ del tutto evidente che Sergio Ebarnabo se ha deciso, legittimamente, di candidarsi e fare campagna elettorale per le elezioni regionali deve, fin da subito, rassegnare le proprie dimissioni dalla Fondazione. Che vi sia una incompatibilità di fondo tra l’essere in Fondazione e fare una campagna elettorale politico/partitica lo capiscono anche i bambini, dato che il ruolo della Fondazione è quello di elargire fondi", sottolineano i consiglieri che concludono: "Ebarnabo tragga subito le conseguenze rispetto alla decisione di iniziare la sua campagna elettorale: si dimetta. In fondo ci pare anche troppo comodo, oltre che ben remunerato passare, senza soluzione di continuità, dalla Fondazione a Palazzo Lascaris".

Redazione


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