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Agricoltura | 31 gennaio 2024, 11:12

Proteste degli agricoltori: Confagricoltura porterà le istanze a Bruxelles

Sulle agitazioni interviene anche Assotir: "Trattori e camion mondi vicini. Intervenire sulle ragioni reali della crisi"

Le proteste degli agricoltori questi giorni in Piemonte

Le proteste degli agricoltori questi giorni in Piemonte

In molti Paesi dell’Unione, tra i quali l'Italia (oggi ad Alessandria saranno impegnati anche  molti astigiani (leggi QUI) sono in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo.

Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della PAC – Politica Agricola Comune – e del “Green Deal” applicato all’agricoltura.

Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confederazione, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale rispetto alle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione. 

In questo senso, la giunta di Confagricoltura, da poco riunitasi a Palazzo della Valle, ha deciso di avviare una serie di iniziative a Bruxelles per chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante della nostra economia che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità. 

Le iniziative già avviate potrebbero portare ad un primo risultato già nei prossimi giorni, segnala Confagricoltura, con il rinnovo della deroga all’obbligo di destinare a finalità non produttive una parte dei seminativi. 

"L’impegno di Confagricoltura punta al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali" spiegano dall'associazione di categoria.

 La Confederazione annuncia un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles, convocata per il 26 febbraio, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC. 

Anche Assotir si associa alla protesta

"Le difficoltà che stanno attraversando le imprese agricole non sono troppo lontane da quelle che vivono ormai da troppo tempo i trasportatori. Entrambi i comparti, infatti, soffrono per i continui aumenti dei costi e per la loro debolezza strutturale sul mercato. E di conseguenza, non riescono a riversare quegli stessi aumenti sulle proprie committenze” lo afferma il Presidente Nazionale di Assotir, Anna Vita Manigrasso, commentando le proteste degli agricoltori.

Sarebbe necessario – aggiunge il segretario Generale di Assotir, Claudio Donati fare un’operazione di trasparenza all’interno di tutta la filiera. Perché gli agricoltori stanno protestando non solo contro le politiche europee, ma soprattutto contro chi aveva il compito di difenderli dallo strapotere della grande distribuzione e dell’intermediazione. E che invece ha consentito che si determinasse una situazione del tutto squilibrata come quella attuale. Su un chilo di pomodori che viene venduto a Milano, infatti, l’agricoltore incassa forse il 20% del prezzo finale, mentre - e lo diciamo dati alla mano - il trasportatore percepisce in media l’8 o il 9%. Il resto, parliamo quindi di oltre il 70%, a chi va? E, soprattutto, siamo sicuri che sia giusto così?”

Attenzione – sottolinea ancora il presidente Manigrasso, - perché i sentimenti di frustrazione e rabbia che hanno spinto gli agricoltori a scendere in piazza interessano in realtà anche altri milioni di piccoli operatori di diversi altri settori, dal commercio alle professioni. Sono convinta che sia arrivato il momento di affrontare una volta per tutte questi problemi, e che debba essere la politica a intervenire. Dal canto loro, le Associazioni e tutti quegli organismi che rappresentano interessi di parte – prosegue Manigrasso - devono essere in grado di trasformare la rabbia e la sofferenza dei propri associati in proposte concrete, solide, in modo da intervenire sui punti critici e non cedere alla logica degli aiuti assistenziali da parte dello Stato”.

Redazione

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