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Eventi | 08 maggio 2024, 14:07

Un convegno sull'olio extravergine e sulle sue prospettive al Castello di Razzano di Alfiano Natta

L'evento con esperti, produttori e operatori del settore si terrà giovedì 16 maggio dalle 17

Un convegno sull'olio extravergine e sulle sue prospettive al Castello di Razzano di Alfiano Natta

Il Castello di Razzano, situato ad Alfiano Natta, sarà il teatro di un importante convegno intitolato “L’olio extravergine di oliva del Monferrato: realtà e prospettive”, previsto per giovedì 16 maggio 2024. L’evento, che avrà inizio alle 17, vedrà la partecipazione di un’élite di produttori, esperti, operatori del settore e giornalisti, pronti a discutere il futuro dell’olivicoltura nella regione.

Il convegno è organizzato dal Consorzio per la tutela dell’olio extravergine di oliva Piemonte, guidato da Marco Giachino, e si avvale della collaborazione di partner di rilievo come la “Strada del vino Astesana”, l’associazione Donne dell’Olio, e l’azienda ospitante, il Castello di Razzano. L’iniziativa gode inoltre del sostegno della Regione Piemonte, confermando l’importanza dell’olivicoltura non solo come eredità culturale ma anche come opportunità imprenditoriale.

Il Piemonte, e in particolare il Monferrato, è noto per i suoi vini pregiati, ma sta riscoprendo la sua antica tradizione olivicola. Gli oliveti, che hanno trovato una nuova dimora stabile nella regione dagli anni '90, rappresentano una risorsa preziosa per l’economia locale.

Marco Protopapa, assessore regionale all’Agricoltura, sottolinea l’attenzione crescente verso il settore olivicolo, che offre un reddito complementare all’agricoltura piemontese. Il Consorzio dell’Olio in Piemonte stima che ci siano circa 350 ettari coltivati a olivo, con un interesse marcato anche tra gli hobbisti. La produzione di oliva ha registrato un incremento del 30% nel 2023, segno di un settore in piena espansione.

Una crescita che secondo il presidente Marco Giachino è dovuta a diversi fattori. “Innanzitutto, dalla fine degli Anni 90 è cresciuta la coltivazione ad uso privato attraverso il recupero di terreni incolti per abbellimento o per piccole produzioni familiari. Ci sono poi state aziende che hanno deciso una riconversione totale o parziale di colture non più produttive come un tempo. Una scelta fatta anche da chi già aveva dei vigneti, per redditi agricoli e anche per giocarsi la carta dell’ospitalità.

L’olivo ha dimostrato di essere un ottimo volano per lo sviluppo turistico ed economico delle aree interessate. Lentamente – prosegue Giachino - il Piemonte si sta quindi popolando di olivicoltori, frantoiani e di semplici appassionati. Io stesso sono titolare di un’azienda agricola e ho 800 ulivi. In Langa sono sempre di più gli imprenditori che mi chiamano per avere informazioni”. 

Olio come economia ma anche come indotto turistico. “L'idea di proporre nel Monferrato – sottolinea Beppe Giordano (vicepresidente della Strada del Vino Astesana) - in collaborazione con la Strada dei sapori del Gran Monferrato, un percorso olioturistico nasce dalla consapevolezza che questo territorio può aumentare ulteriormente la propria attrattività turistica anche grazie all'olio di oliva,

ai suoi produttori e a tutti quegli operatori che possono contribuire a valorizzare questo prezioso prodotto. Olioturismo che in Italia sta evolvendo nelle proposte e nei numeri e che in Piemonte può far tesoro dell'esperienza enoturistica di successo a livello regionale e del Monferrato in particolare”.

Infine, il “padrone di casa”, Augusto Olearo (Castello di Razzano) “Abbiamo voluto ospitare questo evento per chiamare a raccolta i produttori monferrini. Siamo ancora un gruppo ristretto di una ventina di aziende ma le prospettive sul piano olivicolo sono ottime, anche perché la qualità del nostro olio comincia a essere riconosciuta, non solo dagli esperti del settore ma anche dalla clientela che apprezza sempre di più le qualità organolettiche del nostro olio”. 

E conclude: “La cultura e la tradizione olivicola, del resto, qui da noi in Monferrato hanno radici solide e storiche. Ci sono paesi come Olivola che richiamano nel nome alla tradizione dell’olio e il mio stesso cognome rimanda a qualcosa di fortemente radicato tra queste colline, dove l’ulivo non è solo folclore”.

Redazione

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