Il 17 maggio si celebra, come ogni anno, la giornata internazionale contro l’omo-lesbo-bi-transfobia. In questa data nel 1990 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso dalla lista delle “malattie” l’omosessualità. La ricorrenza si celebra dal 2004 ed è riconosciuta ufficialmente dall’ONU e dall’Unione Europea.
In attesa dell'Asti Pride che si terrà il 6 luglio (QUI le anticipazioni), l'associazione, fornendo i dati di Ilga Europe(l’organismo internazionale ed indipendente che monitora la “salute” dei diritti delle persone LGBTQI+) commenta: "C’è però poco da festeggiare nel nostro Paese".
Secondo i dati, l’Italia è in zona “arancione” scivolando al 36° posto su 49 e perdendo ben due posizioni rispetto alla rilevazione precedente.
"La causa è da ricercarsi principalmente nella guerra che il Governo Meloni ha mosso nei confronti delle famiglie arcobaleno ed alla totale assenza di politiche per l’inclusione e la non discriminazione delle persone LGBTQI+. L’Italia è addirittura peggio classificata rispetto all’Ungheria di Orban o a Paesi come la Lituania, Nord Macedonia e Kosovo. Migliorano invece la loro posizione Paesi come la Grecia (al 12°posto grazie alla recente approvazione del matrimonio egualitario) e la Germania (al 10° posto grazie all’introduzione della repressione dei crimini d’odio basati su orientamento sessuale identità di genere e caratteristiche sessuali)".
A preoccupare però i ricercatori dell’ILGA Europe è il costante aumento dei discorsi d’odio nei confronti delle persone LGBTQI+. Ciò non solo in Paesi ritenuti “illiberali” come la Russia (piazzata all’ultimo posto della classifica), ma anche in Paesi ritenuti avanzati dal punto di vista democratico come l’Italia.
E’ importante quindi tenere alta l’attenzione e continuare nel percorso di rivendicazione dei valori dell’inclusione e della non discriminazione per la comunità LGBTQI+.
"In un contesto domestico così cupo non si deve spegnere la speranza di un futuro migliore. Anzi, i tanti Pride che si terranno su tutto il territorio nazionale, cosi come Asti Pride 2024, devono diventare il momento di partecipazione più alto della nostra comunità per la costruzione di un Paese libero, inclusivo e rispettoso della dignità dei suoi cittadini. Ci vediamo in piazza il 6 luglio prossimo", chiude Asti Pride.