Il recente episodio di violenza contro gli operatori del servizio di emergenza 118, riaccende i riflettori sulla crescente problematica delle aggressioni al personale medico e infermieristico, un fenomeno che sta assumendo proporzioni allarmanti in tutta Italia.
Il fatto di cronaca, si inserisce in un contesto nazionale sempre più preoccupante. Secondo recenti statistiche, l'Italia si posiziona ai vertici in Europa per la percentuale di aggressioni subite dai professionisti sanitari, con un allarmante 42% di violenze registrate nel 2023. Le previsioni per il 2024 non sono rosee, con gli esperti che temono possa diventare un "annus horribilis" per il settore.
In risposta all'accaduto, la consigliere regionale di Forza Italia Debora Biglia ha espresso la sua solidarietà agli operatori coinvolti, sottolineando l'urgenza di attuare misure di tutela efficaci. "L'ennesimo episodio di violenza nei confronti di operatori sanitari impone una riflessione seria e culturale," ha dichiarato Biglia. "Chi lavora nella sanità lo fa spinto dalla passione di aiutare il prossimo e la sua professionalità va nella direzione di salvare vite e di confortare chi sta male. Qualsiasi atto violento e deliberato contro di loro è prima di tutto un atto criminale che non può essere tollerato."
La consigliere ha inoltre evidenziato la necessità di agire sulla cultura del rispetto e di tutelare chi si dedica ad aiutare gli altri. "Dobbiamo agire prima di tutto sulla cultura del rispetto e tutelare chi cerca in tutti i modi di aiutarci," ha aggiunto, concludendo con un sentito ringraziamento per l'operato degli operatori del 118 di Asti.
Questo incidente si aggiunge a una serie di episodi simili che stanno colpendo il settore sanitario in tutta Italia. Gli esperti del settore, come Marco Ceccarelli, Segretario Nazionale del Coina (Sindacato delle Professioni Sanitarie), hanno più volte sottolineato come la situazione stia degenerando, passando da aggressioni verbali e fisiche "minori" a tentativi di strangolamento e minacce con armi.
Le cause di questa escalation sono molteplici e complesse. Da un lato, c'è un evidente sgretolamento della fiducia della collettività nei confronti del sistema sanitario, alimentato da lunghe attese per visite ed esami, carenza di posti letto e personale sottodimensionato. Dall'altro, la mancanza di misure di sicurezza adeguate, soprattutto nelle ore notturne e nei fine settimana, lascia il personale sanitario esposto a rischi crescenti.
Le istituzioni sono chiamate a rispondere con urgenza a questa emergenza. Tra le proposte avanzate ci sono l'aumento dei presidi delle forze dell'ordine nelle strutture sanitarie, l'implementazione di misure legali più severe contro gli aggressori e, soprattutto, un piano di investimenti per migliorare la qualità e l'efficienza del servizio sanitario nazionale.