Il 7 ottobre 2023 rappresenta una data tragica nella storia recente di Israele. Quel giorno, il gruppo militante palestinese Hamas ha lanciato un attacco a sorpresa su vasta scala nei territori confinanti con la striscia di Gaza.
L'offensiva è iniziata nelle prime ore del mattino con l'infiltrazione di centinaia di militanti armati che hanno superato le barriere di confine e hanno preso di mira un festival musicale all'aperto e alcuni kibbutz nelle vicinanze.
Il bilancio dell'attacco è stato devastante: oltre 1.200 israeliani sono stati vilipesi stuprati ed uccisi , la maggior parte dei quali civili, inclusi donne, bambini e anziani. Circa 250 persone sono state prese in ostaggio e portate a Gaza. Molte, purtroppo, sono morte durante questo anno di prigionia.
Questi eventi hanno segnato l'inizio di un nuovo conflitto tra Israele e Hamas, con conseguenze drammatiche per entrambe le parti e ripercussioni geopolitiche in tutto il Medio Oriente.
L'attacco del 7 ottobre è considerato il più letale nella storia di Israele dalla sua fondazione nel 1948 e ha profondamente scosso la società israeliana, provocando una risposta militare massiccia contro Gaza.
I riflessi di quel giorno sono vivi tutt'ora e non solo in medio - oriente: abbiamo intervistato al riguardo Luigi Florio, dell' Associazione Italia-Israele di Asti
Avvocato Florio, è passato un anno dai tragici eventi del 7 ottobre 2023. Come è cambiata la situazione per la comunità ebraica in Italia?
Il 7 ottobre rappresenta uno spartiacque. L'antisemitismo, prima nascosto e di cui ci si vergognava, ora viene addirittura ostentato. È ripresa una sorta di 'caccia all'ebreo' che non si vedeva dai tempi del nazifascismo.
Qual è la situazione ad Asti?
Fortunatamente, ad Asti la situazione rimane tranquilla. La città non ha più una comunità ebraica. Tuttavia, in altre città come Torino, la situazione è considerevolmente più tesa.
L'Associazione Italia-Israele si occupa di monitorare il fenomeno dell'antisemitismo. Può farci qualche esempio di casi recenti?
Come avvocato, su incarico delle Unione delle Associazioni Italia Israele ho denunciato coloro che per oltre un mese hanno occupato l'Università di Torino, inneggiando all'odio e alla guerra Santa verso Israele. Ho anche denunciato il caso di un albergatore lombardo che ha rifiutato di ospitare turisti ebrei. Su incarico della International Jewish Lawyers di Tel Aviv, mi costituirò parte civile nei confronti della scrittrice Cecilia Parodi, che sui social media ha dichiarato apertamente il suo odio verso tutti gli ebrei.
Come state commemorando l'anniversario del 7 ottobre?
Domani presenteremo in biblioteca il libro di Elisabetta Fiorito su Golda Meir, già fondatrice e premier di Israele Sarà presente anche la Presidente dell'Agenzia Ebraica, Claudia De Benedetti, che si occupa di aiutare chi vuole trasferirsi in Israele.
Qual è la sua analisi della situazione in Medio Oriente?
L'Iran continua a fomentare le forze anti-israeliane come Hezbollah e Hamas. La mia opinione personale è che Israele stia cercando di destabilizzare l'Iran per provocare una sollevazione dall'interno e un cambio di regime. Se ciò avvenisse, la situazione in Medio Oriente potrebbe cambiare sensibilmente.
Asti è gemellata con la città israeliana di Ma’alot-Tarshiha. Come sta vivendo questa città il conflitto?
Ma’alot è stata quasi completamente evacuata perché vicina al confine con il Libano. I suoi 25.000 abitanti vivono ora come profughi in altre zone di Israele. Purtroppo i contatti ufficiali del gemellaggio si sono un po' persi negli anni, ma c'è la volontà di riallacciarli, anche se questo non è il momento migliore vista la situazione critica che sta attraversando la città.
Quali sono i progetti futuri dell'Associazione?
Vorremmo promuovere degli scambi, soprattutto tra giovani, per contrastare la vulgata antisionista. Crediamo che il contatto diretto e la conoscenza reciproca siano fondamentali per superare pregiudizi e incomprensioni.
In Europa, come stanno vivendo gli ebrei questa situazione?
In molte parti d'Europa, gli ebrei si vedono di fatto costretti a non esibire in pubblico i segni della loro identità religiosa e culturale per evitare aggressioni o discriminazioni. È una situazione preoccupante che richiede attenzione da parte di tutti.
Come può la società civile contribuire a contrastare l'antisemitismo?
È fondamentale l'educazione e la sensibilizzazione. Dobbiamo lavorare nelle scuole, nei media, nelle istituzioni per promuovere una cultura di rispetto e comprensione. Inoltre, è importante denunciare ogni forma di discriminazione e odio, non solo verso gli ebrei, ma verso qualsiasi gruppo.
Avete notato un aumento delle segnalazioni di episodi antisemiti nell'ultimo anno?
Purtroppo sì. C'è stato un incremento significativo, soprattutto sui social media. Molte persone si sentono legittimate a esprimere opinioni antisemite nascondendosi dietro la critica alla politica israeliana. È un fenomeno preoccupante che stiamo monitorando attentamente.
Come si può distinguere tra critica legittima alla politica israeliana e antisemitismo?
È una distinzione importante. La critica alle politiche di un governo è legittima e fa parte del dibattito democratico. L'antisemitismo, invece, si manifesta quando si generalizza, attribuendo a tutti gli ebrei la responsabilità delle azioni del governo di Israele, o quando si usano stereotipi e pregiudizi antiebraici. È antisemitismo anche negare il diritto all'esistenza dello Stato di Israele.
Quali messaggi vorreste lanciare alla comunità di Asti?
Desideriamo invitare tutti a informarsi, a partecipare ai nostri eventi, a mantenere un dialogo aperto. L'antisemitismo non è solo un problema degli ebrei, ma di tutta la società. Combatterlo significa difendere i valori di democrazia e rispetto che sono alla base della nostra convivenza civile.