Il 4 giugno 1975, l'imprenditore canellese Vittorio Vallarino Gancia venne sequestrato dalle Brigate Rosse. Il suo rapimento culminò in un tragico scontro a fuoco presso la cascina Spiotta, in provincia di Alessandria. In quello scontro persero la vita l'appuntato dei Carabinieri Giovanni D'Alfonso e la brigatista Mara Cagol. A quasi cinquant'anni da quel violento sconto a fuoco costato la vita al militare dell'Arma, la Procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per quattro ex brigatisti, accusati di omicidio aggravato: Pierluigi Zuffada, Renato Curcio, Lauro Azzolini e Mario Moretti.
L'udienza preliminare si è svolta ieri e si è conclusa dopo sette ore di dibattimento. Il giudice ha respinto gran parte delle istanze presentate dalle difese, tra cui la richiesta di dichiarare inammissibile un nuovo processo per Lauro Azzolini, già prosciolto nel 1987. Tuttavia la sentenza di proscioglimento, depositata presso il Tribunale di Alessandria, è andata perduta, pare a causa dell'alluvione del 1994.
La Procura ha presentato diverse prove a carico degli imputati, tra cui due piantine del carcere di Bergamo rinvenute nel covo di via Maderno a Milano. All'epoca Zuffada era detenuto a Bergamo e le piantine, di cui una realizzata dallo stesso Curcio, secondo la tesi della Procura dimostrerebbero un suo interessamento per la liberazione del compagno.
La decisione del giudice sul rinvio a giudizio è attesa per il 30 ottobre.