Dopo una lunga riunione in Camera di Consiglio, la Corte d’Assise ha espresso il proprio giudizio, dichiarando Makka colpevole dei crimini a lei ascritti, tolta l’aggravante della premeditazione, concesse le attenuanti, condannandola a 9 anni e 4 mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali.
Il verdetto è stato inaspettato, una pena, maggiore rispetto alle richieste dell’accusa (Qui l’articolo), che ha lasciato tutta l’aula in silenzio.
L’avvocato, Massimiliano Sfolcini ha espresso il proprio stupore per quanto accaduto, soprattutto dovuto al fatto che non è stata considerata la legittima difesa.