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BuonGiro | 28 maggio 2025, 08:00

A San Valentino un'Italia tutto cuore: trionfano a braccetto Scaroni e Fortunato. Il Giro è esploso

La corsa è entrata nel vivo: Roglic si ritira e Ayuso crolla. Pellizzari pazzesco terzo, Carapaz e Yates mettono alle corde Del Toro, Caruso highlander

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport

Bello e brutto allo stesso tempo. Chiaro-scuro. Sole e pioggia. Tanta Italia, finalmente. 

E' stata tutto e il contrario di tutto la Piazzola Sul Brenta - San Valentino, l'apertura ideale di questa terza settimana del Giro d'Italia.

Brutto purtroppo perché Roglic che aveva tenuto il manubrio con i denti per ripartire dopo un finale di seconda settimana terribile, ha dovuto ammainare bandiera bianca dopo l'ennesima caduta. Paperino del ciclismo all'ennesima potenza. E la solita frase "ha iniziato troppo tardi ad andare in bici" riemerge come al solito. Peccato che abbia vinto un Giro, 4 Vuelta, con un secondo posto al Tour. Ritornerà.

A tutto questo si è aggiunto il crollo verticale di Ayuso, arrivato con quasi n quarto d'ora di ritardo. Una crisi inaspettata che scombussola di fatto tutti i concetti della vigilia ma forse "rasserena" anche la stessa Uae che a questo punto ha Del Toro come unica arma con lo spagnolo che insieme a Majka, Yates e Mcnulty proveranno ad aiutarlo a vincere la Corsa Rosa senza i dualismi che tanto preoccupavano il team (anche se non lo davano a vedere).

Poi il bello, anzi il magnifico. La meraviglia del ciclismo. Parto però dai big della classifica per arrivare alla ciliegina sulla torta. La sfida dietro si è accesa con un Carapaz in forma smagliante re della tattica come sempre sorprendendo lo stesso Del Toro e Simon Yates. L'ecuadoriano era andato a riprendere un Giulio Pelizzari scappato dal gruppo e finalmente libero di esprimere tutto il suo talento e la forza in salita senza i compiti da gregario. Volteggia sulla bici, ha qualità che in uno scalatore non vedevamo da tempo e che già l'anno scorso con Pogacar avevamo già potuto apprezzare. Il 21enne poi lo ha lasciato sul posto involandosi verso un finale magnifico. Dietro di loro un Gee in grande spolvero e subito dietro Yates e Stores che avevano mollato la maglia rosa che però non è andata alla deriva perdendo poco meno di 1 minuto (1.36 da Carapaz). Superato anche da Bernal e un stratosferisco Caruso, ora quinto nella generale. Non benissimo Tiberi ma a questo punto una tappa per lui può essere alla portata. E' un Giro comunque riapertissimo e chi lo avrebbe detto.

La tappa finalmente alla sedicesima è tutta di casa nostra. Grazie a due ragazzi speciali. Della stessa squadra, l'Astana, che in fuga quasi tutto il giorno sono riusciti a rimanere da soli negli ultimi km. Lorenzo Fortunato maglia azzurra di miglior scalatore e Christian Scaroni son arrivati mani nelle mani sul traguardo di San Valentino. Come due innamorati del ciclismo. Scaroni ha vinto ed è il la della sua carriera che rischiava di essere interrotta dopo la chiusura della russa Gazprom, poi grazie all'ex ct Bennati e alla convocazione in Nazionale si è messo in mostra ed è arrivato il team kazako. Fortunato gliela doveva dopo il grande lavoro per lui. "Ha mantenuto la parola, è un grande uomo". Ha detto Scaroni. E non poteva fare altrimenti. Da pelle d'oca.

Terzo Pellizzari. E che ve lo dico a fare. Triplete d'Italia dopo aver tanto aspettato.

Il BuonGiro di oggi è dedicato ad Alessio Martinelli della Bardiani che cade finendo in un burrone a bordo strada. Fortunatamente sta bene. Ma va fatto qualcosa per i corridori, perché la caduta di ieri poteva non essere notata nè dal gruppo e dal pubblico e i soccorsi sarebbero potuti arrivare tardi. Come avvenuto ai Mondiali di Zurigo quando perse la vita a 17 anni la ciclista svizzera Muriel Furrer.  Ci vuole un sistema di localizzazione, un metodo per tracciare i ciclisti. E va fatto al più presto.

IL COMMENTO TECNICO di Marco Rebagliati:

17° Tappa,  155 km con 3800 metri di dislivello da San Michele all'Adige a Bormio. Altra tappa di montagna con due lunghe salite nella parte centrale. Si risale in continua leggera salita la Val di Non e poi la Val di Sole per affrontare il Passo del Tonale. Dopo la discesa veloce su Ponte di Legno si affronta il Passo del Mortirolo da Monno con i suoi ultimi 3 km sempre sopra il 10%. Discesa molto impegnativa fino a Grosio e poi lunga risalita fino alle porte di Bormio con la breve scalata delle Motte. Bisognerà vedere cosa dicono le gambe dei corridori che al termine di questa tappa avranno affrontato in due giorni 8700 metri di dislivello. Il Passo del Tonale e il Mortirolo sono lontani dall'arrivo e questo potrebbe permettere alla fuga di giornata di avere spazio per andare all'arrivo anche se visto le salite che si scaleranno ci si può aspettare di tutto.

Photo credits: LaPresse. Dal comunicato stampa Rcs Sport.

Luciano Parodi

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