L'apertura della Commissione Europea all'introduzione dell'indicazione dell'origine su tutti gli alimenti in commercio, proposta avanzata dalla Germania, rappresenta un importante riconoscimento del ruolo storico dell'Italia come apripista e esempio nelle politiche di garanzia verso il consumatore. È quanto affermato dalla Coldiretti in relazione agli esiti del Consiglio dei Ministri dell'Agricoltura e della Pesca dell'Unione Europea.
La delegazione tedesca, sostenuta da Francia, Portogallo, Estonia e Finlandia, ha presentato un documento per l'etichetta d'origine obbligatoria sui prodotti alimentari venduti nell'Unione. La Commissione si è detta disposta a lavorare sulla questione, sebbene sarà portata avanti dal prossimo esecutivo europeo.
Questo cambio di rotta arriva dopo l'attacco della Corte dei Conti UE ai decreti italiani sull'etichettatura d'origine per pasta, riso, pomodoro, latte, formaggi e salumi, considerati ostacoli al libero commercio.
Grazie all'esempio italiano, sussistono ora le condizioni per affermare una nuova stagione delle politiche alimentari nell'UE, incentrate sulla trasparenza e la naturalezza dei prodotti. Sebbene l'origine sia indicata sull'80% dei prodotti alimentari, resta ancora l'anonimato sui legumi in scatola, sulla frutta per marmellate o succhi, sul grano per pane, grissini e biscotti, e sulla carne e il pesce nella ristorazione.
Pesa inoltre il fenomeno del "fake in Italy", ovvero prodotti stranieri spacciati per italiani grazie a una norma che ne consente l'"italianizzazione" dopo minime trasformazioni. Contro questo inganno, Coldiretti ha lanciato una grande mobilitazione e una raccolta firme per l'obbligo di origine in etichetta su tutti i cibi nell'UE.
"Trasparenza e origine dei prodotti alimentari rappresentano un dovere per il produttore ed è un diritto per i consumatori, che i governi nazionali ed europei devono garantire", affermano il presidente Coldiretti Asti Monica Monticone e il direttore Giovanni Rosso. "Il cibo made in Italy è il più copiato al mondo, segno della sua qualità ed eccellenza, ma questo ci impone un maggiore impegno affinché si tutelino le produzioni di bandiera, l'immagine e la reputazione e i consumatori."