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Sanità | 29 luglio 2025, 19:10

Sanità Piemonte, quasi raggiunto l'obiettivo delle 2mila assunzioni

Montana (Nursind Asti): "Trend positivo ma serve maggiore appetibilità per le professioni sanitarie. All'Asl At assunto tutto il disponibile"

Sanità Piemonte, quasi raggiunto l'obiettivo delle 2mila assunzioni

La sanità piemontese si avvicina al traguardo delle 2mila nuove assunzioni prefissato per il 2025. È quanto emerso dalla riunione dell'Osservatorio sulle assunzioni del personale sanitario, tenutasi oggi nella Sala Giunta del Grattacielo Piemonte di Torino, alla presenza del presidente della Regione Alberto Cirio, dell'assessore alla Sanità Federico Riboldi e dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali del comparto.

I numeri del rafforzamento

Con 1.842 unità di personale in più al 30 giugno, l'obiettivo di incrementare di 2mila dipendenti il comparto sanitario regionale è ormai a portata di mano. Un risultato che si inserisce in un più ampio processo di potenziamento che dal 2019 ha portato a un incremento complessivo di oltre 4.300 unità.

"Al primo semestre 2025 abbiamo raggiunto il 90% dell'obiettivo del personale del comparto, pari a 1.348 persone, e il 99% della dirigenza, equivalente a 494 unità, al netto del turn over", hanno sottolineato il presidente Cirio e l'assessore Riboldi. Un dato significativo è che l'84% dei reclutamenti complessivi extra turn over sono costituiti da rapporti di lavoro a tempo indeterminato, percentuale che sale al 97% per il comparto.

Le internalizzazioni: risparmio e stabilità

Particolare rilievo assumono i processi di internalizzazione concordati con le organizzazioni sindacali, che hanno già generato un risparmio di oltre 9 milioni di euro (pari al 25%) e 581 assunzioni. Le previsioni per fine anno parlano di 765 unità internalizzate e un risparmio su base annua di oltre 40 milioni di euro.

"Il prossimo passo, sempre di intesa con i sindacati, è la richiesta al Mef di considerare le internalizzazioni che sono in corso, e quelle che verranno nei prossimi mesi, al di fuori dei tetti di spesa per il personale della sanità", hanno spiegato Cirio e Riboldi, sottolineando come questo permetterebbe di "liberare ulteriori risorse per nuove assunzioni a supporto della sanità pubblica".

Una fotografia dettagliata della situazione astigiana arriva da Gabriele Montana, segretario territoriale del Nursind, che traccia un bilancio positivo per l'ASLAT: "Sulle assunzioni infermieristiche, nelle ultime due graduatorie che si sono formate dopo un concorso a tempo indeterminato per infermieri, l'ASLAT ha assunto tutto quello che aveva da assumere, tutto il fabbisogno che c'era per quanto riguarda il personale infermieristico".

I dati parlano chiaro: nell'ultima graduatoria di 20 idonei, una quindicina hanno accettato il posto ad Asti, mentre in quella precedente, di 57 idonei, circa 30 hanno accettato l'incarico. "Il trend relativo all'assunzione in generale nell'ASL di Asti è comunque positivo, perché se non ha assunto determinate categorie è perché non aveva da dove attingere", spiega Montana.

Il nodo dell'appetibilità

Emerge però un problema strutturale che va oltre i numeri: la scarsa attrattività di alcune professioni sanitarie. Montana cita l'esempio dei tecnici di radiologia: "Siamo arrivati fino a una carenza di 12 unità, però poi adesso questa carenza si è un attimo attenuata perché qualcuno è arrivato in mobilità da qualche altra graduatoria piemontese".

La questione è più ampia e riguarda la formazione: "Le iscrizioni in generale in Italia a infermieristica sono meno dei posti messi a disposizione come bando a numero chiuso", osserva il sindacalista, sottolineando come si apra "il mondo dell'appetibilità" delle professioni sanitarie.

Per affrontare questa criticità, Montana giudica positivamente lo sportello informativo aperto presso l'Uniastiss: "Si dà ai giovani possibilità di informativa su quello che è il percorso di studi in scienze infermieristiche, perché bisogna avere almeno se non di più tutte iscrizioni che vadano ad essere superiori al numero di posti messi a disposizione".

Resta aperta la questione degli operatori socio-sanitari (OSS), molti dei quali sono ancora gestiti attraverso cooperative esterne come Amos. "Abbiamo una platea di OSS che attendeva di fare un concorso pubblico", spiega Montana, ricordando come l'assessore Riboldi abbia prorogato la graduatoria del 2020 per rispondere alle centinaia di domande ancora in attesa.

Guardando al futuro, la Regione punta sui concorsi già indetti e su quelli che saranno banditi entro fine anno da Azienda Zero. "Solo investendo nei professionisti e nelle persone potremo rilanciare la sanità piemontese", concludono Cirio e Riboldi, ribadendo l'impegno a "superare le criticità oggettive che la sanità pubblica deve affrontare quotidianamente".

Betty Martinelli

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