Da settimane le immagini dei topi che scorrazzano nei condomini popolari di corso Volta e corso Cavallotti stanno circolando sui social e alimentando indignazione. Ma per chi vive lì, il problema non è solo la paura di incontrare un roditore sulle scale: è la punta di un iceberg fatto di incuria edilizia, abbandono amministrativo e fragilità sociale.
Questa sera, nella sede del Coordinamento Asti Est di via Monti , si è tenuta una conferenza stampa che ha visto la partecipazione del presidente Samuele Gullino, di Luisa Rasero e Michele Clemente, oltre ad alcuni inquilini che hanno raccontato le loro esperienze dirette. L’incontro nasceva come risposta alla denuncia già resa pubblica nei giorni scorsi e mirava a chiarire un punto: “Non accusate gli inquilini: il degrado non è una colpa individuale ma un problema strutturale”.
“Cantine aperte, topi da spazi comunali abbandonati”
Gli interventi hanno ricostruito in maniera precisa la geografia del disagio. Via Malta, via Dogliotti, corso Cavallotti: qui le cantine e i garage, dichiarati inagibili e mai bonificati, sono diventati negli anni rifugi di senzatetto e discariche abusive. "Le cantine non vengono mai assegnate con le chiavi agli inquilini – ha spiegato Gullino – restano piene dei materiali lasciati da chi abitava lì prima, spesso persone decedute o trasferite. Si crea così un accumulo di oggetti e rifiuti che diventa terreno fertile per topi e scarafaggi. In via Dogliotti, addirittura, la colonia parte da spazi comunali chiusi e non di pertinenza degli inquilini: loro si trovano a subirne le conseguenze senza poter intervenire".
Una comunità frammentata
Accanto alle problematiche igieniche ed edilizie, c’è un aspetto sociale che il Coordinamento considera cruciale: la frammentazione del tessuto comunitario.
"Una volta ci si conosceva, ci si aiutava – ha ricordato una residente di via Malta – oggi non è più così: diffidenza e isolamento sono la norma".. Le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari, che privilegiano chi ha punteggi più alti (e dunque situazioni più gravi), finiscono per concentrare nello stesso stabile nuclei familiari già segnati da forti fragilità economiche e psicologiche. Senza un adeguato accompagnamento sociale, questo si traduce in conflitti, incomunicabilità e abbandono degli spazi comuni.
Spese condominiali e gestione ATC: “Costi alti, servizi scadenti”
Un altro tema emerso con forza è quello delle spese condominiali, giudicate sproporzionate rispetto alle condizioni economiche degli assegnatari.
"Paghiamo bollette più alte di quelle del privato, ma per servizi scadenti. E quando chiami per segnalare un guasto, nessuno risponde" ha denunciato un'inquilina, mostrando fatture da centinaia di euro per consumi non trasparenti. Il Coordinamento propone di riportare la gestione dei condomini direttamente ad ATC Piemonte Sud, senza intermediari privati: una scelta che secondo i residenti consentirebbe risparmi e maggiore controllo sulla qualità degli interventi.
Un appello alle istituzioni: “Servono risposte immediate”
Il messaggio finale della conferenza è stato chiaro: “Non bastano promesse, servono azioni concrete e immediate”. Bonifiche, manutenzione degli spazi comuni, controlli igienico-sanitari e un progetto di ricostruzione del tessuto sociale sono le priorità indicate dal Coordinamento.
Il rischio, denunciano gli organizzatori, è che l’emergenza sanitaria diventi emergenza sociale, con effetti che vanno ben oltre la presenza di roditori o blatte. Nei prossimi giorni il Coordinamento chiederà un incontro urgente con Comune e ATC per calendarizzare interventi concreti. Intanto, i residenti continuano a convivere con un degrado che definiscono “ormai insostenibile”.