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Attualità | 01 agosto 2025, 10:05

Da Trequanda (SI) a Costigliole d'Asti: dopo un secolo torna "a casa" l'archivio Asinari

22 metri lineari di documenti dal XV al XX secolo: un tesoro storico che racconta quattro secoli di storia piemontese. Decisive le trattative condotte dal sindaco Cavallero e la collaborazione delle Soprintendenze

L'importante fondo archivistico degli Asinari è finalmente tornato a Costigliole d'Asti dopo quasi un secolo di conservazione nel comune senese di Trequanda. Un'operazione complessa che restituisce al territorio astigiano un patrimonio documentario di inestimabile valore, contenente oltre quattro secoli di storia della storica famiglia nobiliare e delle loro terre.

Il trasferimento, completato nelle scorse settimane, rappresenta il coronamento di un progetto a lungo inseguito dall'amministrazione comunale guidata dal sindaco Enrico Alessandro Cavallero, che non nasconde la soddisfazione per questo risultato: "Questo progetto, per lungo tempo quasi un sogno, una sfida che sembrava impossibile, oggi è una splendida realtà".

La gratitudine verso Trequanda

Il primo cittadino di Costigliole tiene a sottolineare il ruolo fondamentale svolto dall'amministrazione toscana: "Desidero ringraziare il collega sindaco di Trequanda, Andrea Francini, e la sua Amministrazione per la sensibilità dimostrata nel concedere che il 'Fondo Asinari', dopo circa 100 anni di 'esilio', potesse tornare al luogo di origine".

Il merito del successo di questa complessa operazione va riconosciuto principalmente a don Paolo Prunotto, il cui interessamento costante ha reso possibile quello che sembrava un obiettivo irraggiungibile. Dopo anni di trattative, produzione di documenti, contatti epistolari e telefonici, inventari e sopralluoghi, le operazioni di trasferimento sono state affidate a una ditta specializzata e seguite dalle Soprintendenze Archivistiche della Toscana e del Piemonte.

La storia del trasferimento: da Costigliole a Trequanda

Per comprendere l'importanza di questo ritorno è necessario ripercorrere la storia che portò l'archivio Asinari lontano dalle sue terre d'origine. La vicenda ha inizio nel 1887, quando Amalia Asinari di San Marzano (1857-1887), unica figlia del marchese Federico e proprietaria del castello di Costigliole, sposò Annibale Luserna Rorengo di Rorà.

Attraverso questo matrimonio, il castello e tutti gli arredi interni, compreso l'archivio di famiglia, passarono ai Luserna Rorengo di Rorà. Nel 1928, prima della vendita del castello al Comune di Costigliole, il marchese Vittorio Luserna Rorengo di Rorà decise di trasferire la maggior parte dell'archivio Asinari nella tenuta di famiglia a Trequanda, dove possedeva importanti proprietà agricole.

Una piccola parte dell'archivio, quella più antica contenente diverse pergamene medievali, fu invece donata al Comune di Costigliole e costituisce tuttora il "Fondo Asinari" locale con 22 faldoni di carte. Altra documentazione relativa agli Asinari è conservata negli Archivi di Stato di Torino e di Asti, mentre una porzione rimane di proprietà della famiglia.

Un'operazione complessa sotto la supervisione delle Soprintendenze

Il trasferimento ha richiesto un iter burocratico complesso, che ha comportato un'istruttoria approfondita da parte delle Soprintendenze per valutare l'adeguatezza dei locali di destinazione, lo stato di ordinamento e conservazione del materiale, e gli aspetti tecnico-archivistici legati alla storia del fondo documentario.

Un ringraziamento particolare va alla dottoressa Eugenia Valacchi (Dirigente) e alla dottoressa Elena Ceccarini (Funzionario) della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana, e alla dottoressa Marzia Pontone (Dirigente) e alla dottoressa Elena Di Majo (Funzionario) della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte e della Valle d'Aosta, che hanno seguito personalmente ogni fase del trasferimento delle preziose carte.

Un tesoro documentario di inestimabile valore

L'archivio Asinari giunto da Trequanda rappresenta un patrimonio documentario di straordinaria importanza: circa 22 metri lineari di documenti, decine di faldoni, registri e carte sciolte in ottimo stato di conservazione, ad eccezione di pochi documenti che necessiteranno di delicati interventi di restauro.

I documenti coprono un arco temporale dalla fine del Quattrocento a gran parte dell'Ottocento, con un nucleo specifico relativo alla tenuta di Trequanda che si estende fino agli anni Venti del XX secolo. Di particolare rilevanza è la sezione dedicata all'amministrazione e alla gestione delle terre e delle cascine presenti sul territorio, ben 18 proprietà appartenute agli Asinari.

L'importanza storica del marchese Filippo Antonio

Lo studio di questa documentazione permetterà di approfondire la figura del marchese Filippo Antonio Asinari di San Marzano (1767-1828), personaggio di grande rilievo nella gestione agricola delle sue vaste tenute e celebre per la sua passione per la viticultura nei feudi di Costigliole e San Marzano Oliveto.

Le notizie contenute nell'archivio non si limitano agli interessi locali, ma assumono significato nazionale e internazionale per la comprensione dell'evoluzione agricola e vitivinicola del Piemonte tra XVIII e XIX secolo.

A Costigliole d'Asti il "Fondo Asinari" di Trequanda è stato collocato in uno spazioso ambiente del Palazzo Comunale appositamente allestito per garantire le migliori condizioni di conservazione. La sede è stata predisposta seguendo tutti i criteri tecnici richiesti dalle Soprintendenze per assicurare la preservazione del materiale documentario.

Il ritorno dell'archivio Asinari rappresenta solo l'inizio di un progetto più ampio di valorizzazione. I prossimi passi prevedono indispensabili operazioni di pulitura, riordino e digitalizzazione dei documenti, che permetteranno di rendere accessibile questo patrimonio a studiosi e ricercatori.

La conservazione e valorizzazione di questi documenti consente di preservare la memoria collettiva, fornendo strumenti fondamentali per la ricerca storica, la didattica e la crescita culturale futura. L'archivio diventerà un punto di riferimento per studiosi e studenti interessati alla storia del territorio piemontese e alle sue trasformazioni economiche e sociali.

Un patrimonio ritrovato

Il "Fondo Asinari" costituisce un tesoro di informazioni preziose sulla storia, l'evoluzione e l'identità del territorio astigiano. Il suo ritorno a Costigliole d'Asti rappresenta non solo il recupero di un patrimonio storico fondamentale, ma anche l'avvio di nuove possibilità di ricerca e valorizzazione culturale.

Questo successo dimostra come la collaborazione tra istituzioni, la determinazione di singoli individui e la sensibilità verso il patrimonio storico possano portare a risultati straordinari, restituendo alla comunità un pezzo importante della propria identità e della propria storia.

Il "Fondo Asinari" è ora pronto per iniziare una nuova fase della sua esistenza, non più in esilio ma finalmente a casa, dove potrà continuare a raccontare la storia di un territorio e delle famiglie che lo hanno plasmato nel corso dei secoli.

L'archivio sarà gradualmente reso disponibile per la consultazione dopo il completamento delle operazioni di riordino e digitalizzazione, rappresentando una risorsa fondamentale per la ricerca storica sul Piemonte e sulle sue tradizioni agricole e vitivinicole.

Redazione

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