Una giornata di festa, un traguardo raggiunto e un nuovo punto di partenza. Mongardino celebra oggi, sabato 6 settembre, la rinascita del suo luogo più simbolico, il Sacro Monte di Sant'Antonio, tornato a nuova vita dopo un lungo e complesso intervento di restauro. Una cerimonia partecipata, svoltasi in mattinata alla presenza di autorità civili e religiose, che segna la restituzione ufficiale di questo patrimonio alla fruizione pubblica, culmine di un percorso iniziato nel lontano 2012.
Ad aprire la mattinata è stato il sindaco, Fausto Gulino, che ha accolto i numerosi ospiti sottolineando il profondo significato dell'evento. "È un momento di profondo significato per la nostra comunità. Oggi non stiamo soltanto inaugurando un'opera recuperata, stiamo ridando voce a un luogo che dal 1739 ha parlato a intere generazioni. Questa non è solo un'inaugurazione, ma una festa per tutta la comunità, il frutto di un lavoro lungo, impegnativo e appassionato", ha dichiarato il primo cittadino. Un ringraziamento speciale è stato rivolto a tutti coloro che hanno reso possibile il recupero: gli enti finanziatori, le maestranze, i professionisti, la parrocchia, la Pro Loco, la famiglia Tartaglino, proprietaria del terreno, e in particolare la vicesindaco Barbara Baino ed Enzo Gianotti, definiti il motore instancabile del progetto. Tra le autorità presenti, spiccavano l'assessore regionale Marco Gabusi, i consiglieri regionali Fabio Carosso e Debora Biglia, il Vescovo Emerito Francesco Ravinale, la presidente dell'Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli dell'Unesco, Giovanna Quaglia, il consigliere comunale e già presidente dell'Ente Parchi Astigiani Gianfranco Miroglio.
Un progetto che parte da lontano
Il complesso lavoro di recupero, come ricostruito nell'intervento appassionato della vicesindaco e architetto Barbara Baino, ha radici profonde. L'idea di valorizzazione - a lungo accarezzata dalle Amministrazioni succedutesi, ma rinviata per carenza di fondi - ha ripreso slancio nel 2013 grazie all'impulso di Gianfranco Miroglio, allora presidente dell'Ente Parchi Astigiani, che ha catalizzato la formazione di un primo gruppo di volontari. "Se penso a come ho scoperto questo luogo, tanti anni fa, questo è un miracolo che si è realizzato", ha commentato lo stesso Miroglio. "Trovai una situazione di degrado, ma anche di suggestione estrema, proprio per le condizioni in cui versava. Vedere oggi questo risultato è una grande emozione", ha aggiunto.
Da quel momento è partita una complessa e tenace ricerca di fondi che ha visto il coinvolgimento di numerosi enti. Il primo importante contributo è arrivato dalla Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con i fondi dell'8x1000, seguito dal cofinanziamento di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Fondazione Crt, che hanno permesso di avviare i lavori di manutenzione straordinaria nel 2020. Successivamente, grazie a un bando della Compagnia di San Paolo, si è potuto iniziare il restauro della parte decorativa interna. Il passo decisivo è arrivato nel 2022 con i fondi Pnrr ottenuti tramite un bando della Regione Piemonte. "Questi interventi sono il frutto di tanti anni di lavoro, percorsi che travalicano un singolo mandato amministrativo e che coinvolgono tanti partner", ha sottolineato l'assessore Marco Gabusi. "La valorizzazione del territorio è uno degli obiettivi che ci siamo posti e oggi accendiamo un'altra lampadina del nostro percorso, offrendo un'altra possibilità ai turisti e ai nostri concittadini di vivere bene questo territorio", ha concluso.
Nel video che correda questo articolo, il sindaco Fausto Gulino e la vicesindaco Barbara Baino raccontano le sfide e le soddisfazioni di questo importante progetto per Mongardino.
Il restauro: tra filologia e innovazione
Il Sacro Monte, edificato a partire dal 1739 per volere di Don Giuseppe Tagliano, si compone di diciotto stazioni della Via Crucis. Il lavoro per riportarle all'antico splendore è stato minuzioso, come spiegato dalla restauratrice Ilaria D'Ambrogio. "È stato veramente un lavoro di gruppo, perché questi lavori non possono essere fatti se non con una squadra formidabile", ha esordito. "Abbiamo ragionato su due binari: da un lato il rispetto filologico del messaggio devozionale, che ha un impatto quasi teatrale e va restituito nella sua interezza; dall'altro, dal punto di vista tecnico, siamo state più innovative per garantire la durata dell'intervento in un contesto non museale, dove le condizioni climatiche sono una sfida costante", ha spiegato. "Come saprete, una delle principali attività dei pensionati è di guardare i cantieri. Io, da pensionato, ho invece avuto la fortuna di essere coinvolto direttamente in un cantiere", ha raccontato con un sorriso Enzo Gianotti. "Ora che l'abbandono non c'è più, bisogna lavorare sodo sul farlo conoscere al territorio e a tutti quanti, perché questo sito merita di essere riscoperto", ha affermato.
Obiettivi futuri e una celebrazione che continua
Il traguardo odierno è però solo una tappa. L'obiettivo è ora reperire le risorse per completare il restauro delle ultime quattro cappelle e inserire il sito nel circuito ufficiale dei Sacri Monti piemontesi.
La celebrazione, dopo il taglio del nastro e il rinfresco offerto dalla Pro Loco, proseguirà per tutto il pomeriggio. Si comincia alle 14.30 con il convegno "Sentire e vedere il Cristo: reliquie, santuari, sacri monti", che vedrà gli interventi di Riccardo Ampio, ricercatore indipendente, e alle 15.30 di Paolo Cozzo e Pierangelo Gentile dell'Università di Torino. Alle 16.45 seguirà un incontro con il territorio con la degustazione dei vini dei produttori mongardinesi. La giornata si concluderà alle 17.15 con il concerto dell'Ensemble vocale e strumentale Musas, un momento di arte e musica per suggellare una giornata memorabile per tutta la comunità.