Nemo profeta in patria, meno che mai nel Palio. Su quanto successo ieri in piazza abbiamo chiesto alla giornalista senese Eleonora Mainò, che con passione e competenza segue tanti canapi tesi in giro per l'Italia, di fornirci le sue impressioni.
Per "ruzzare" ma nemmeno poi tanto sul Palio corso ieri ad Asti una annotazione reale e solida su questa vittoria di Don Bosco è che è frutto di un rapporto che viene da lontano.
Non solo per legami professionali tra Atzeni e il borgo ma anche per una stretta collaborazione di intenti ed umana che in questi anni non è mai mancata.
E Il sardo-tedesco evidentemente sentiva di dovere qualcosa più di una vittoria vinta come un essere umano ai gialloblù, lo ha fatto da super eroe.
Lo dimostra quell'esultanza trionfale che lo ha visto protagonista a frusta alzata.
Per diversi anni Don Bosco è stato pescato nella terza batteria che, lo abbiamo visto anche ieri,penalizza in maniera importante i partecipanti. Questa volta il piano Don Bosco è andato in porto sereno, invece.
Perché negare che dietro la corsa di ieri non ci sia stata una strategia in finale sarebbe da sciocchi. E va bene cosi perché altrimenti sarei qui a rispondere ad un piacevole invito di un collega che stimo da anni sul parere di una corsa di cavalli.
Invece fortunatamente siamo qui a confrontarci sul Palio e sul coast to coast di Atzeni dietro al quale, a mio avviso, si nascondono più messaggi.
Primo fra tutti un riappropriarsi della provincia, Tittia ha già annunciato il suo rientro a Legnano col Palio dei mezzi, e ieri si è riaperto la strada in maniera assoluta.
Lo ha fatto poi con un cavallo da lui allevato ed allenato, Anacleto come Diodoro.
Questo è il messaggio sulla completezza del campione, con il suo ormai proverbiale "non lascio niente al caso".
Poi la mossa. Mamma mia che spina nel fianco. Chiariamo subito un concetto, Atzeni non si sostituisce al mossiere ma ha la capacità di leggere i suoi vantaggi e i possibili svantaggi degli avversari prima e meglio e ne approfitta.
Per dirla ancora alla senese è vispo.
E si porta a casa quello che vuole in maniera imperiale o senza pietà come ha dichiarato alla Gazzetta di Siena.
Insomma quando l'acqua va per i suoi fossi vuole dire che va bene, nel Palio.
Dietro di lui e nelle batterie abbiamo visto cose buone o meno buone, a mio avviso una menzione di merito spetta a Guglielmi, per quanto valga fatta da una pensionata del Palio. Tamure' è un fantino forse troppo sottovalutato in Piazza Alfieri dove ha sempre fatto bene e con grinta.
In ultimo due annotazioni; le giravolte sui cavalli che passavano da una compagine ad un'altra in questi giorni ci hanno fatto perdere la testa, ma forse erano frutto, anch'essi di una strategia al di là di necessità oggettive.
Infine la diretta. Vero la RAI è sempre un vettore di prestigio ma arriva tardi e come sempre si dilunga sulla promozione turistica piu che sul Palio. Ieri in tanti abbiamo provato a collegarci sulla TV locale in streaming ma ad un certo punto risultava impossibile, credo che il grande interesse che suscita Asti come Palio si meriti la possibilità di essere visto e raccontato in maniera piu accessibile a tutti.
Potrebbe essere una sfida per il prossimo anno.