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Attualità | 11 settembre 2025, 12:11

Geositi, il Parco Paleontologico Astigiano candida 16 aree di interesse

Il direttore Delmastro: "Non solo una tutela, ma un'opportunità per investire sul futuro del territorio"

Il geosito di Capriglio

Il geosito di Capriglio

Un passo fondamentale per restituire al territorio la sua profonda identità paleontologica. Il Parco Paleontologico Astigiano ha presentato alla Regione Piemonte una manifestazione di interesse per il riconoscimento ufficiale di 16 nuovi Geositi, dislocati tra le province di Asti (12), Alessandria (2) e Torino (2). L'iniziativa non è un semplice atto formale, ma il culmine di un lungo lavoro di ricerca e divulgazione volto a proteggere e rendere fruibile la storia geologica impressa nel paesaggio.

Il cuore della candidatura è rappresentato dagli affioramenti delle celebri "Sabbie di Asti", sedimenti depositati da un mare poco profondo durante il Pliocene, tra 5,4 e 2,6 milioni di anni fa. Queste sabbie custodiscono un'eccezionale ricchezza di fossili marini, testimonianza di un ecosistema lontano nel tempo. Tra i siti più significativi spicca quello di Cortiglione, un'ex cava che il Parco ha trasformato dal 2010 in un'aula didattica all'aperto, visitata ogni anno da migliaia di studenti.

Questi luoghi rappresentano un patrimonio scientifico di valore internazionale, cruciale per studiare l'evoluzione degli ambienti e delle specie del passato. Alcuni affioramenti hanno restituito reperti unici, come i fossili di cetacei rinvenuti a Vigliano, Settime e Moleto, tra cui spicca la balena più antica del Mediterraneo.

Questo progetto è il risultato di anni di lavoro del Parco, che ha incluso la raccolta di dati, la catalogazione dei fossili e innumerevoli iniziative di divulgazione. Un impulso decisivo è arrivato dal sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo, che ha permesso di realizzare 15 bacheche con pannelli espositivi collocate nei punti di maggiore interesse. Se approvata, la candidatura aprirà la strada a un percorso concreto di valorizzazione, creando un vero e proprio museo a cielo aperto che potrà diventare un motore di sviluppo locale.

"Il riconoscimento dei Geositi non è solo una tutela, ma una grande opportunità. Valorizzare il nostro patrimonio paleontologico significa investire sul futuro del territorio", sottolinea il direttore del Parco, Graziano Delmastro.

Un primo, importante risultato è già stato ottenuto: i "Fossili pliocenici di Valle Botto" sono stati inseriti tra i 23 Geositi prioritari della Regione Piemonte, unico sito selezionato per l'ambito paleontologico. Un segnale incoraggiante che conferma il valore di un'eredità scolpita da milioni di anni di storia.

Redazione

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