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Economia e lavoro | 01 ottobre 2025, 14:08

Asti capitale del vino "giovane" con l’anteprima della Guida 2026 del Gambero Rosso [FOTO]

Nell’auditorium della Banca di Asti la prima presentazione in Italia dei “Tre Bicchieri” 2026. Una giornata di celebrazioni e racconti che ha unito calici e persone: “le eccellenze non sono fatte solo dai prodotti ma dalle persone”

Le immagini sono di Merphefoto

Le immagini sono di Merphefoto

Asti ha vissuto una giornata che resterà nella storia del vino italiano. Per la prima volta in quasi quarant’anni, il Gambero Rosso ha scelto di svelare in anteprima i vini premiati con i “Tre Bicchieri” della nuova Guida 2026, trasformando l’auditorium della Banca di Asti in un palcoscenico nazionale del gusto.

Una prima volta che fa storia

A condurre la cerimonia è stato Giuseppe Carrus, curatore della guida insieme a Marco Sabellico e Gianni Fabrizio. “Questa è davvero una prima volta: in quarant’anni non avevamo mai pensato a un’anteprima della Guida. Eppure meglio tardi che mai. Asti oggi diventa capitale del vino e soprattutto del vino giovane”, ha raccontato Carrus, ricordando come il prossimo anno la casa editrice celebrerà i suoi 40 anni di attività.

Il tema scelto per l’incontro è stato proprio quello dei giovani: nuove leve che si affacciano alla viticoltura, nuove aziende che investono con coraggio, ma anche nuove sfide in un settore che chiede qualità e sostenibilità.

La banca e il territorio

A fare gli onori di casa Enrico Berruti, responsabile mercato della Banca di Asti, che ha sottolineato l’impegno dell’istituto verso l’agricoltura: “Siamo una banca con profonde radici nel territorio vitivinicolo e con una particolare attenzione ai giovani. Abbiamo stanziato fondi significativi, anche grazie all’accordo con la Banca Europea degli Investimenti, proprio per sostenere chi vuole investire nel futuro della viticoltura”.

Un messaggio che ha trovato riscontro nei racconti dei consorzi vitivinicoli presenti, dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato al Consorzio delle Colline del Monferrato Casalese, fino ai produttori del Pinerolese e all’Asti Docg. Tutti hanno sottolineato la crescita qualitativa delle denominazioni, l’ingresso di nuove generazioni e il ruolo fondamentale delle donne nel settore.

Il lavoro dietro alla guida

Sul palco è salito anche Gianni Fabrizio, memoria storica della Guida, che ha raccontato il lavoro immenso dietro alle valutazioni: “Ogni anno assaggiamo 40mila vini. È un lavoro che dura mesi, da maggio ad agosto, e che coinvolge una settantina di collaboratori in tutta Italia. Non è un concorso, non ci sono vincitori e vinti: tutti i vini inseriti in guida sono consigliati, dai bicchieri singoli ai due rossi. I ‘Tre Bicchieri’ sono il risultato finale di una selezione rigorosa”.

Parole che hanno trovato eco nelle riflessioni sul ruolo dei consorzi. “Un territorio cresce quando c’è un consorzio che lavora bene”, ha ribadito Carrus. “Perché la vera qualità del vino oggi non è solo organolettica, ma è quella che racconta un territorio, un vitigno, una storia. È lì che il vino diventa opera d’arte”.

I protagonisti

Applausi hanno accolto gli interventi dei rappresentanti dei consorzi, come Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, che ha parlato di “un passo emozionante avere qui in casa un’anteprima così importante”. Ermanno Accornero, vicepresidente del Consorzio Colline del Monferrato Casalese, ha sottolineato il ruolo delle nuove generazioni: “Siamo custodi di un patrimonio che i giovani sanno valorizzare con sensibilità e visione”.

Dal Pinerolese, Mauro Camusso ha ricordato l’importanza dei vitigni autoctoni e della riscoperta delle varietà storiche, mentre Stefano Ricagno, presidente del Consorzio dell’Asti, ha parlato della sfida di “superare il mito di un Asti solo industriale, valorizzando le produzioni artigianali e le nuove nicchie di qualità come lo Strevi Doc”.

Consorzi e nuove sfide

Il dibattito si è arricchito anche di ricordi e riflessioni sul passato recente. È stato citato con affetto il giornalista  Marco Sabellico, capace di mantenere vivo il legame con il pubblico anche nei mesi più duri della pandemia, “anche in pigiama, pur di spiegare e raccontare con entusiasmo il vino”. Un aneddoto che ha strappato sorrisi in sala, ricordando come la passione possa superare le difficoltà.

Dal palco è poi arrivata la testimonianza di un giovane consorzio, quello del Vermouth rappresentato da Roberto Bava, nato solo nel 2019 ma già in forte crescita: “Siamo partiti in 17 produttori, oggi siamo 40. Abbiamo affrontato il passaggio generazionale cercando di parlare ai giovani, con un prodotto antico che abbiamo saputo rendere contemporaneo”. Oggi la produzione ha raggiunto i 6 milioni di bottiglie, segno di un potenziale ancora tutto da esplorare.

Spazio anche all’Alta Langa, denominazione ufficialmente riconosciuta nel 2022 e descritta come “un metodo classico nato in territori storici ma proiettato al futuro, un vino giovane, fatto da giovani e pensato per i giovani”ha spiegato Orlando Pecchenino. Con circa 500 ettari in produzione e un progetto definito ambizioso, l’Alta Langa si presenta come complemento ideale ai grandi rossi piemontesi.

A chiudere la carrellata, il presidente di Piemonte Land of Wine Francesco Monchiero, il super-consorzio che riunisce 14 realtà territoriali: “Abbiamo consorzi che rappresentano poche decine di produttori e altri che raccolgono migliaia di ettari, ma conviviamo perfettamente. La vera forza del Piemonte non sta solo nella singola denominazione, ma nella ricchezza di un territorio che sa esprimere grandi vini rossi da invecchiamento, bianchi in crescita e nuove eccellenze da valorizzare”. Un modello, secondo molti, da seguire anche a livello nazionale.

Il sostegno della Banca di Asti e il premio speciale ai giovani produttori

Tra gli interventi più sentiti c’è stato quello di Isidoro Albergucci, Responsabile del Servizio Canali Diretti e Comunicazione di Banca di Asti, che ha ribadito il legame profondo tra l’istituto di credito e il mondo vitivinicolo: “Un modo bello per associare la Banca del Vino, quale noi ci riteniamo, avendo Asti nel nome, ma poi essendo presente in tutto il Nord Italia. Grazie per aver pensato a un momento speciale per i giovani produttori, che sono davvero il futuro dei nostri territori”.

Un ringraziamento che ha trovato subito un riscontro concreto: l’istituzione di un nuovo premio speciale all’interno della guida. Oltre ai tradizionali riconoscimenti, quest’anno è stato introdotto il tredicesimo premio, dedicato ai giovani produttori dell’anno. Un riconoscimento che ha assunto ulteriore valore perché assegnato non a un’etichetta già insignita dei “Tre Bicchieri”, ma a una piccola realtà emergente capace di distinguersi per qualità e visione.

Il debutto di questo premio è coinciso con la consacrazione di Cà du Ferrà e del suo Zero Tolleranza per il Silenzio ’23, un vino raro prodotto in poche migliaia di bottiglie da due giovanissimi vignaioli liguri. Un riconoscimento che non solo valorizza l’originalità della loro etichetta, ma sottolinea come il futuro del vino italiano passi anche attraverso il coraggio e la freschezza delle nuove generazioni.

Il riconoscimento a Cà du Ferrà – Zero Tolleranza per il Silenzio ’23 - hanno riferito i produttori - non è soltanto un premio enologico, ma un gesto dal forte significato simbolico e civile, “politico”. Il contesto è quello di quanto raccontato nei mesi scorsi dalle cronache nazionali: un’aggressione violenta subita in vigna dal co-proprietario Giuseppe Luciano Aieta, con minacce, immobilizzazione e tentativi di violenza sul campo di lavoro.  In questo senso, il premio speciale conferito alla cantina ligure è stato percepito come un riconoscimento che va oltre il vino: un incoraggiamento pubblico al coraggio di chi continua a lavorare, scegliendo di non restare nel silenzio.

L’anteprima dei “Tre Bicchieri”

Il momento più atteso è stato quello della degustazione dei 27 vini premiati con i Tre Bicchieri 2026, provenienti dalle regioni del Nord Italia. Un’anteprima assoluta, riservata al pubblico presente, che ha potuto scoprire in anticipo i nomi che saranno svelati ufficialmente il 12 ottobre a Roma.

Un evento che ha unito istituzioni, consorzi, produttori e appassionati, confermando la centralità di Asti non solo come terra di vini, ma come capitale del dialogo sul futuro della viticoltura italiana.

A chiudere la cerimonia, le parole di Isidoro Albergucci hanno riassunto lo spirito dell’incontro: “Le eccellenze non sono fatte solo dai prodotti ma dalle persone, e oggi abbiamo conosciuto tante belle persone e tante belle storie”. Un riconoscimento che non celebra soltanto i vini premiati, ma il coraggio, la dedizione e la capacità di chi, dietro ogni etichetta, mette in gioco il proprio lavoro e la propria visione.

I vini premiati

VALLE D’AOSTA

  • Elio Ottin – VdA Pinot Noir L’Emerico ’22

PIEMONTE

  • Gaggino – Ovada Convivio ’23
  • Garesio – Barolo Cerretta ’21
  • Giancarlo Travaglini – Gattinara V. Ronchi Ris. ’19
  • Luigi Spertino – Barbera d’Asti La Bigia ’23
  • Marcalberto – Alta Langa Extra Brut Rosé Caterina Rivella Ris. ’18
  • Paitin – Barbaresco Serraboella Sorì Paitin V. V. Ris. ’20
  • Pio Cesare – Barbaresco Bricco di Treiso Il Bricco ’21
  • Roberto Sarotto – Gavi del Comune di Gavi Meera ’24
  • Tenuta Santa Caterina – Grignolino d’Asti Monferace ’20

LIGURIA

  • Cantine Lunae Bosoni – Colli di Luni Vermentino Lunae Et. Nera

LOMBARDIA

  • Ballabio – Farfalla Pinot Nero Pas Dosé M. Cl. Cave Privée ’18
  • Calatroni – OP Pinot Nero M. Cl. Pas Dosé Riva Rinetti ’20
  • Ferghettina – Franciacorta Extra Brut Ris. ’17
  • Ricci Curbastro – Franciacorta Dosaggio Zero Gualberto ’15
  • Tenuta Travaglino – OP Riesling Campo della Fojada Ris. ’21

VENETO

  • Allegrini – Valpolicella Cl. Sup. Grola ’22
  • Brigaldara – Amarone della Valpolicella Cl. ’20
  • Cavalchina – Custoza Sup. Amedeo ’23
  • Franchetto – Soave Roncà Monte Calvarina La Capelina ’24
  • Le Battistelle – Soave Cl. Le Battistelle ’23
  • Monte del Frà – Custoza Sup. Ca’ del Magro ’23
  • Montezovo – Famiglia Cottini – Amarone della Valpolicella ’21
  • Roeno – Terra dei Forti Pinot Grigio Rìvoli ’23
  • Serafini & Vidotto – Montello Asolo Rosso dell’Abazia ’21
  • Villa Spinosa – Amarone della Valpolicella Cl. Albasini ’18

PREMIO SPECIALE 

  • Cà du Ferrà – Zero Tolleranza per il Silenzio ’23
  • Cà du Ferrà – Colline di Levanto Vermentino Luccicante ’24

Alessandro Franco

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