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Sanità | 03 ottobre 2025, 11:11

Nursing Up propone una Consulta regionale per valorizzare infermieri e professioni sanitarie

"L'organismo stabile previsto dalla legge 43/2006 dovrebbe dare voce alle urgenze del comparto e rafforzare il ruolo dei professionisti sanitari non medici"

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Una risposta concreta alle emergenze strutturali della sanità piemontese attraverso la creazione di una Consulta regionale dedicata alle professioni infermieristiche e sanitarie. È questa la proposta avanzata da Nursing Up Piemonte e Valle d'Aosta, che rilancia la necessità di istituire un organismo stabile previsto dalla legge 43/2006, rivolgendosi direttamente alla Commissione Affari Sociali e alle istituzioni regionali.

Le criticità del sistema sanitario

L'iniziativa nasce dalla consapevolezza delle criticità ormai strutturali che attraversano il sistema sanitario regionale e nazionale. Il quadro che emerge è quello di un comparto in profonda sofferenza, caratterizzato da carenza cronica di personale, fenomeni sempre più diffusi di burnout tra i professionisti, disparità territoriali e di genere nell'accesso e nelle condizioni di lavoro.

A questi problemi si aggiungono le difficoltà nel garantire sicurezza nei luoghi di lavoro e, aspetto forse più preoccupante per il futuro, la scarsa attrattività delle professioni sanitarie per le nuove generazioni, che spesso preferiscono orientarsi verso altri settori lavorativi ritenuti più gratificanti sia economicamente che professionalmente.

Gli obiettivi della Consulta

La Consulta regionale proposta avrebbe un duplice obiettivo strategico: da un lato, dare voce e visibilità alle urgenze del comparto infermieristico, spesso relegate in secondo piano nelle decisioni politico-sanitarie; dall'altro, valorizzare il ruolo di ostetriche e altri professionisti dell'area sanitaria non medica, anch'essi riconosciuti dalla legge 43/2006.

L'intento è quello di rafforzare il peso di queste figure professionali all'interno del Servizio Sanitario Regionale e Nazionale, superando una visione che spesso le considera marginali rispetto al personale medico, nonostante rappresentino la maggioranza numerica degli operatori sanitari e svolgano funzioni essenziali nell'assistenza quotidiana ai pazienti.

Il nuovo organismo dovrebbe essere formato da 6-7 professionisti con esperienza consolidata nei settori ospedaliero, territoriale e accademico. La selezione avverrebbe attraverso i sindacati rappresentativi della sanità con la partecipazione attiva degli Ordini Professionali, garantendo così una rappresentanza equilibrata delle diverse anime del comparto.

Le modalità operative prevederebbero analisi di dossier specifici, incontri periodici tra i membri e la redazione di relazioni ufficiali indirizzate alle istituzioni. Questo approccio sistematico dovrebbe costituire la base di un lavoro mirato a tradurre la cornice normativa nazionale in azioni concrete sul territorio piemontese e valdostano.

"Infermieri spina dorsale"

"Gli infermieri sono la spina dorsale della sanità pubblica, sottolinea Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up Piemonte e Valle d'Aosta, ma al loro fianco operano ostetriche e altri professionisti ex legge 43/2006, che quotidianamente garantiscono assistenza ai cittadini. La nostra proposta, sulla falsa riga di quella nazionale, intende riconoscere il loro ruolo centrale, superando approcci puramente formali e costruendo strumenti concreti di valorizzazione".

Il sindacalista aggiunge: "La Consulta sarà il primo passo verso una sanità più sicura, efficiente e attrattiva per le nuove generazioni".

L'iniziativa di Nursing Up Piemonte e Valle d'Aosta si inserisce in un contesto più ampio di rivendicazioni nazionali, dove la necessità di dare maggiore peso e riconoscimento alle professioni sanitarie non mediche è diventata sempre più urgente. La proposta regionale potrebbe rappresentare un modello pilota per altre regioni italiane che si trovano ad affrontare problematiche simili.

La legge 43/2006, infatti, ha rappresentato una svolta normativa importante per il riconoscimento delle professioni sanitarie, ma la sua applicazione pratica ha spesso trovato ostacoli burocratici e resistenze culturali che ne hanno limitato l'efficacia. La creazione di organismi consultivi stabili come quello proposto potrebbe contribuire a colmare questo gap tra norma e prassi.

Redazione

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