In calo del 2,4% tra il 2019 e il 2023. Questo è il dato sulla diminuzione del personale infermieristico piemontese, passato da 22.116 a 21.643 unità. Un trend che non risulta conforme ai dati nazionali, che, per lo stesso periodo, hanno registrato un incremento medio del 3,3%, definendo un vero e proprio “Caso Piemonte”, come riporta il più recente rapporto Agenas.
“Il quadro tracciato da Agenas non ci sorprende - dichiara Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up Piemonte Valle d’Aosta - È la conferma di una tendenza che, come sindacato, denunciamo da anni. I numeri parlano chiaro e mostrano un sistema in sofferenza, che continua a perdere professionisti qualificati senza riuscire a rimpiazzarli”.
Secondo il segretario regionale, infatti, le cause della problematica sono molteplici, spaziando dalla mancanza di “oltre 6.000 infermieri” a fattori come: “retribuzioni ancora troppo basse rispetto al livello di responsabilità richiesto, carichi di lavoro crescenti e un’età media del personale che continua ad aumentare. Il turnover non viene compensato da nuove assunzioni e il numero di giovani che scelgono di intraprendere questa professione è in costante diminuzione”.
Delli Carri, inoltre, ha sottolineato come il contesto politico e gestionale abbia influito, attraverso la poca valorizzazione della professione: “Molti professionisti lasciano la regione o scelgono di cambiare mestiere. Altri vanno in pensione e non vengono sostituiti. È evidente che serva una riforma strutturale della sanità pubblica, capace di restituire dignità e prospettiva a una categoria che rappresenta la spina dorsale del sistema sanitario nazionale”.
Concludendo, Delli Carri ha sottolineato la necessità di interventi concreti, risorse e una visione di lungo periodo, valutandoli come unico modo per evitare il rischio “di trovarci di fronte a una vera emergenza professionale e sociale”.