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Economia e lavoro | 15 ottobre 2025, 12:01

Precari del Ministero della Giustizia in sciopero ad Asti: "Stabilizzare tutti, non metà, o il sistema giustizia rischia il collasso" [VIDEOINTERVISTA]

Il presidio sotto la Prefettura riaccende la tensione: 12.000 dipendenti in tutta Italia a rischio licenziamento, ma le risposte del governo ancora latitano

Momenti del presidio (MerfePhoto)

Momenti del presidio (MerfePhoto)

Questa mattina, sotto la Prefettura di Asti, si è svolto il presidio dei precari del Ministero della Giustizia impegnati nella vertenza per la stabilizzazione definitiva del personale assunto con il bando PNRR. Un gruppo di lavoratrici e lavoratori provenienti dai tribunali di Asti e Alessandria ha ribadito con forza che il problema della precarietà riguarda non solo la loro condizione lavorativa, ma la tenuta dell'intero sistema giudiziario.

Elena Beltramo, RSU USB del Tribunale di Alessandria (sotto il quale gravitano alcuni paesi dell'Astigiano), spiega il quadro nazionale e locale: "Siamo 12.000 dipendenti a livello nazionale, fondamentali per il funzionamento degli uffici giudiziari. Qui da noi, ad Asti, siamo circa un terzo del personale, mentre ad Alessandria più della metà è precario. Entrambi i tribunali soffrono da anni per una carenza endemica, denunciata più volte anche dai dirigenti e dagli amministratori pubblici".

Lo scenario è critico: "In base alle decisioni governative attese con la legge di bilancio, rischiamo che più di metà di noi venga lasciata a casa, nonostante i fondi stanziati coprano solo un quarto del personale", denuncia Beltramo. "Nonostante alcuni annunci di aumentare fino a 6.000 il numero dei stabilizzati, da mesi continuiamo a non vedere fatti concreti, né criteri chiari per scegliere chi sarà stabilizzato, pur essendo tutti vincitori di concorso pubblico".

Elena Beltramo - Emanuele Aragona

Emanuele Aragona, RSU USB del Tribunale di Asti, sottolinea una verità spesso poco raccontata: "Non è una battaglia campanilistica dei lavoratori, ma una battaglia per il servizio giustizia e per la sua tenuta. Ad Asti, dove su 60 dipendenti 23 sono precari, alcune sezioni come quella penale hanno interamente personale a tempo determinato". Aragona aggiunge: "Senza queste persone, come ha evidenziato la presidente del tribunale (Ombretta Salvetti ndr) le cancellerie non potranno nemmeno sostenere le udienze. La situazione è grave e potrebbe provocare inefficienze e un vero sconquasso nel sistema".

Sul fronte istituzionale, si attende un incontro con il prefetto, Claudio Ventrice che in mattinata riceverà la delegazione in presidio. "Chiederemo conto – spiega Aragona – delle dichiarazioni del ministro Foti, che aveva promesso la stabilizzazione dell'intero personale salvo poi smentirsi poco dopo, e per ora nella legge di bilancio nulla è previsto".

Beltramo conclude con un forte appello: "Questo sciopero è l'ultima possibilità prima della legge di bilancio, che deve garantire certezze finalmente, anche perché, se non si interviene ora, a giugno-luglio non ci saranno più precari da stabilizzare perché semplicemente non ci saranno più persone in servizio".

Il messaggio dei sindacati è chiaro: "Abbassiamo le armi, stabilizziamo i precari. Il governo deve dimostrare che non si tratta solo di slogan, ma di una reale volontà di assicurare un sistema di giustizia funzionante, una priorità per tutto il paese".

QUI L'INTERVISTA INTEGRALE

Al presidio, a portare solidarietà anche Luca Quagliotti, segretario Cgil Asti e Mauro Bosia (Uniti si può)

Betty Martinelli

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