Dopo le osservazioni dei Comitati Art. 32 sui numeri e le implicazioni sanitarie legate all’apertura del nuovo centro San Donato a Montiglio Monferrato, arriva la replica del sindaco Dimitri Tasso, che difende l’iniziativa e critica le polemiche definite “strumentali e fuori contesto”.
I Comitati avevano posto l’accento sulle contraddizioni politiche e sui rischi di una crescente privatizzazione, ricordando che la struttura del Gruppo ospedaliero San Donato, appena inaugurata, opera “in regime del tutto privato, non convenzionato con la Regione Piemonte”, e che ciò potrebbe limitare l’accesso alle prestazioni per molti cittadini.
Secondo i portavoce Roberto Gerbi e Maurizio Carcione, “desta preoccupazione che un investimento importante sul territorio non sia ancora inquadrato in una strategia integrata pubblico-privato, specie in un momento in cui la Regione dichiara le liste d’attesa sotto controllo”.
Dimitri Tasso, interpellato oggi, risponde con toni diretti: “Certo è disgustoso vedere che pur non avendo mai protestato in Conferenza dei sindaci Asl per le risorse drenate dalla Valle Belbo – che giustamente rivendicava un presidio ospedaliero – ora da Carcione si vada anche a sindacare un investimento privato nell’area meno servita dal servizio pubblico. Paradossale".
Il sindaco prosegue sottolineando la necessità di guardare alla realtà territoriale: “Mentre in città la gente deve andare alla Cdc o alla Cds ci preoccupiamo se finalmente a Montiglio abbiamo qualcosa senza dover andare dai privati ad Asti? Stiamo scherzando?”.
Tasso ribadisce che il nuovo polo medico rappresenta un’opportunità per i cittadini del nord astigiano, “da anni penalizzati da carenze strutturali e da un’offerta sanitaria pubblica insufficiente”, e aggiunge che “ogni investimento capace di portare competenze, specialisti e servizi di qualità in un territorio periferico deve essere accolto come una risorsa, non come un nemico da combattere”.














