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Attualità | 24 ottobre 2025, 13:42

"Le nostre città sono modelli superati e non inclusivi"

E' la tesi di Renata Boeri, architetto e urbanista, ospite nei giorni scorsi del Rotary Club Asti

"Le nostre città sono modelli superati e non inclusivi"

Le città in cui viviamo oggi rappresentano, nella quasi totalità dei casi, modelli superati. Hanno bisogno di cambiamenti radicali per diventare realmente più inclusive e accessibili. È questa la premessa da cui è partita l'analisi di Renata Boeri, giovane architetto e urbanista, ospite nei giorni scorsi del Rotary Club Asti durante una serata conviviale.

La relatrice, forte di una doppia laurea magistrale conseguite in diverse università europee e un master in rigenerazione urbana e innovazione sociale, ha affrontato il tema "Architettura e fragilità", delineando un percorso impegnativo per l'evoluzione dei nostri spazi urbani.

Secondo la Boeri, questo cambiamento deve seguire quattro direttrici principali. In primo luogo, una diversa "fisicità" degli spazi, per renderli più consoni alle reali esigenze delle persone. Segue una maggiore sicurezza, ottenibile attraverso una migliore vivibilità generale, e una mobilità più efficiente, che permetta di accedere ai servizi senza dover dipendere dai mezzi privati. Infine, è cruciale un rinforzato senso di appartenenza.

Quest'ultimo aspetto, ha spiegato l'architetta, passa anche attraverso scelte apparentemente secondarie. "Persino la toponomastica può non essere inclusiva", ha affermato la relatrice, "se, come accade sistematicamente oggi, comprende in netta prevalenza nomi maschili nonostante la maggioranza della popolazione sia di sesso femminile".

L'obiettivo, ha sostenuto la Boeri, è far evolvere le città guardando alle tante differenze esistenti tra chi le abita, non per nasconderle o considerarle un limite, ma per valorizzarle quali elementi di crescita e sviluppo.

Sollecitata su quali siano i modelli virtuosi in Europa, la relatrice non ha avuto dubbi. Ha indicato Barcellona e Vienna come le due città più all'avanguardia: la prima per i grandi investimenti sulla mobilità, la seconda perché ha scommesso sulla valorizzazione delle tematiche di genere, tanto da essere oggi considerata la città più sicura del Vecchio Continente.

Al termine dell'interessante chiacchierata, il presidente del Rotary Asti, Renzo Gai, ha ringraziato l'architetto Boeri omaggiandola con una Magnum di vino astigiano e il guidoncino del club.

Redazione

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