“L’agricoltura non può continuare a vedersi additata, come se fosse il settore più inquinante”. Così, Coldiretti Asti denuncia una situazione che ha visto soprattutto il settore zootecnico essere colpito economicamente nel fronteggiare le misure di contenimento.
In base a quanto riportato, infatti, il sindacato ha deciso di sostenere la richiesta, avanzata in Regione da Coldiretti Piemonte, finalizzata all’adozione di un approccio che tenga conto sia del principio di gradualità sia del posticipo dell’entrata in vigore della seconda fase del Piano Stralcio Agricoltura.
“Pur nella consapevolezza della necessaria attenzione all’ambiente, sussiste il pericolo di far chiudere migliaia di aziende che costituiscono il tessuto economico locale - osserva la presidente Coldiretti Asti Monica Monticone - I dati luglio 2024 di Arpa Piemonte dimostrano come l’agricoltura concorra solo per il 6% alle emissioni di PM10 e per l’1% alle emissioni di ossidi di azoto (Nox). Inoltre, si ricordi come l’utilizzo razionale della sostanza organica consenta di fertilizzare le colture, evitando i concimi di sintesi”.
Inoltre, stando a quanto emerso dal monitoraggio Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), dal 1990 ad oggi, le emissioni di gas serra avrebbero registrato un calo attorno al 15%.
“Tutte le attività antropiche impattano sull’ambiente, ma non tutte nello stesso modo - chiarisce Andrea Rabino, vicepresidente Coldiretti Asti, allevatore e presidente Anaborapi - Due anni fa, l’Università di Torino e Coalvi hanno portato a termine uno studio, durato 15 mesi, sui processi di lavorazione che ruotano intorno all’allevamento. Ne è emerso che gli allevamenti di Razza Piemontese, nella quasi totalità, a ciclo chiuso e/o allo stato brado e/o semibrado (pascoli), contengono l’emissione della Co2. Il risultato è stato: carbon negative”.
A richiedere maggiore chiarezza sul tema ambientale è anche il direttore di Coldiretti Asti Giovanni Rosso, dichiarando che “Sulla questione inquinamento occorrono chiarezza, competenze e risorse, sia pubbliche sia private, orientate al raggiungimento del maggior risultato, tenendo in equilibrio le esigenze ambientali e la tenuta economica delle nostre imprese, senza che la sostenibilità venga disgiunta dalla produttività”.














