Accolto favorevolmente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti l’aggiornamento del Protocollo Acri–Mef, che andrà ad aumentare il limite di concentrazione del patrimonio verso un singolo emittente, introducendo anche strumenti più flessibili per la gestione delle partecipazioni nelle banche conferitarie.
“L’addendum – ha sottolineato il presidente Livio Negro – rappresenta un passo importante per le Fondazioni di origine bancaria. Consente di pianificare con serenità un percorso di diversificazione coerente con la nostra missione istituzionale e con le esigenze del territorio. Per realtà come la nostra, che detengono una quota significativa nella banca conferitaria, significa poter costruire, insieme ad Acri e Mef, un progetto di medio periodo sostenibile e condiviso”.
Negro ha poi sottolineato come la nuova disciplina si concentri sulla “specificità delle Fondazioni più radicate localmente”, permettendo, così, un adeguamento delle tempistiche d’attuazione dei piani di riequilibrio patrimoniale: “Avere più tempo e maggiore libertà operativa ci consente di preservare il valore del patrimonio e di rafforzare la nostra capacità di generare impatto sociale e sviluppo per il territorio astigiano”.
Inoltre, si segnala che la Cassa di Risparmio di Asti ha avviato, nel 2025, un percorso per l’identificazione di un consulente per definire una valutazione indipendente del patrimonio della Fondazione stessa da un lato e, dall’altro, valutare scenari che possano diversificare gli investimenti e garantire una gestione più equilibrata e sostenibile delle risorse. Attualmente la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti detiene una partecipazione nella Banca di Asti del 79% del patrimonio complessivo.














