All'entrata pedonale dell'ospedale Cardinal Massaia di Asti sono state inaugurate oggi due panchine simbolo: una azzurra, dedicata alla sensibilizzazione sul diabete, e una rossa, memoria della lotta contro la violenza sulle donne. Due spazi pubblici trasformati in luoghi di riflessione, frutto di collaborazioni concrete tra associazioni, amministrazione e strutture sanitarie.
La panchina azzurra: prevenzione e consapevolezza
La panchina azzurra è il risultato del progetto di Sos Diabete, un'associazione impegnata da anni nella prevenzione e nell'informazione su questa malattia cronica. Il sindaco Maurizio Rasero ha espresso apprezzamento per l'iniziativa: "Mi complimento con coloro che l'hanno pensata e ne hanno consentito la realizzazione".
Elisa Cocchi, presidente di Sos Diabete, ha sottolineato l'obiettivo educativo del progetto: "Grazie ai miei volontari e per aver accolto il mio progetto. L'obiettivo è che chiunque passi di qua possa domandarsi: 'ma il diabete può capitare anche a me?' e da qui aver interesse nel controllarsi". Una strategia comunicativa efficace: non imporre, ma stimolare domande, innescare consapevolezza personale.
La panchina azzurra diventa quindi uno strumento di prevenzione inserito nello spazio urbano, un invito silenzioso rivolto a chiunque transiti per l'ospedale a riflettere sulla propria salute e sulla necessità di controlli regolari. Al momento di sensibilizzazione era presente anche il dottor Alessandro Piovesan, nuovo direttore del reparto Malattie endocrine e del metabolismo, che avrà un ruolo centrale nella continuità dell'impegno ospedaliero nella cura e nella ricerca sul diabete.
La panchina rossa: memoria e diritti
La panchina rossa, simbolo internazionale della lotta contro la violenza sulle donne, è il frutto della collaborazione tra la Commissione Pari Opportunità del Comune di Asti e l'Asl, che ha supportato l'intera iniziativa progettuale.
Nadia Miletto, membro della Commissione Pari Opportunità, ha articolato il significato profondo del progetto: "Dev'essere il simbolo per chi non c'è più, per la lotta e il rispetto. Spero che anche questa panchina possa essere un simbolo e un momento di riflessione per chi passa". Le parole di Miletto collocano la panchina in una duplice prospettiva: memoria di chi non ha avuto la possibilità di scegliere, e appello alla consapevolezza civile di chi vive il presente.
Giuseppe Gorgoni, direttore generale dell'Asl, ha elevato la riflessione su un piano politico e filosofico: "Non serve parlare di cifre perché finché ce ne sarà anche solo una sarà comunque un problema. Serve che noi uomini offriamo ascolto. L'intelligenza e la libertà che ne consegue non sopporta un certo tipo di violenza: la panchina è un ricordo al diritto della libertà di tutti, in questo caso quella delle donne, che è spesso quella meno tollerata".
Le parole di Gorgoni spostano il focus dalle statistiche – pur importanti – alla responsabilità culturale: la violenza non è un problema che riguarda solo chi la subisce, ma una questione civile che interpella l'intera comunità. La panchina rossa diventa allora uno strumento di educazione civica, un memento permanente dello spazio pubblico.
Uno spazio pubblico come luogo di consapevolezza
L'ospedale Cardinal Massaia, luogo di cura e di sofferenza, diventa con queste due panchine uno spazio di dialogo civile. Non è una semplice decorazione: è una scelta consapevole di trasformare il paesaggio urbano in occasione di riflessione collettiva.
La panchina azzurra ricorda che la salute è una responsabilità individuale, che la prevenzione inizia dalla consapevolezza personale. La panchina rossa ricorda che la libertà – in particolare quella delle donne – è un diritto fragile che richiede vigilanza e impegno costante.
Due iniziative che, nella loro semplicità, rappresentano un modello di cittadinanza attiva: associazioni che si mobilitano, amministrazione che accoglie, strutture sanitarie che offrono spazi e supporto. Un esempio di come lo spazio pubblico possa diventare luogo di educazione e consapevolezza, senza retorica ma con determinazione civile.













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