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Agricoltura | 29 dicembre 2025, 16:12

Cantina Tre Secoli, eccellenza DOCG che parla astigiano

Il Barbera d’Asti Superiore “Sorangela” nella Top 300 di Vini Buoni d’Italia e l’Asti Extra Dry premiato da Falstaff: la cooperazione vitivinicola conferma qualità e competitività

Cantina Tre Secoli, eccellenza DOCG che parla astigiano

Nuovi e prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali confermano l’eccellenza dei vini DOCG di Cantina Tre Secoli, storica realtà cooperativa dell’Alto Monferrato con una forte radice nel territorio astigiano. Il Barbera d’Asti DOCG Superiore “Sorangela” 2022 entra nella Top 300 di Vini Buoni d’Italia del Touring Club Italiano, conquistando anche la Corona d’Oro nell’edizione 2026 della guida, mentre l’Asti DOCG Extra Dry ottiene un importante premio da Falstaff Magazine, una delle riviste enologiche di riferimento a livello internazionale.

Un doppio risultato che valorizza non solo le singole etichette, ma l’intero modello della cooperazione vitivinicola piemontese, capace di coniugare identità territoriale, qualità certificata e presenza sui mercati.

Nata dalla fusione tra la Cantina Sociale di Mombaruzzo, fondata nel 1887 e considerata la prima esperienza associativa del Piemonte, e la Cantina Sociale di Ricaldone, attiva da oltre sessant’anni, Cantina Tre Secoli riunisce oggi circa 300 viticoltori e gestisce 1.100 ettari vitati tra le province di Asti e Alessandria. Un patrimonio agricolo importante, costruito nel tempo grazie al lavoro condiviso di generazioni di vignaioli e orientato verso standard produttivi elevati, in piena coerenza con i regimi di qualità DOC e DOCG.

I riconoscimenti ottenuti mettono in luce due denominazioni simbolo del Piemonte. Il Barbera d’Asti DOCG Superiore “Sorangela”, unica Barbera Superiore prodotta dalla cantina, nasce da uve 100% Barbera ed è affinato per almeno sei mesi in legni di piccole e medie dimensioni. Nel calice esprime un colore rubino intenso con riflessi granata e un profilo aromatico complesso, con note di frutti rossi maturi, spezie e vaniglia, sostenuto da una struttura piena ed elegante e da tannini dolci ben integrati. Un vino che racconta con chiarezza il carattere del territorio astigiano.

Accanto a questa etichetta, l’Asti DOCG Extra Dry premiato da Falstaff rappresenta una lettura contemporanea di una denominazione storica. Ottenuto da Moscato Bianco di Canelli e vinificato con Metodo Martinotti, propone uno stile più secco e versatile, mantenendo freschezza, finezza del perlage e riconoscibilità aromatica. Un esempio concreto di come tradizione e innovazione possano convivere all’interno di una filiera cooperativa strutturata.

L’ultima vendemmia, favorita da condizioni climatiche stabili, ha garantito un buon equilibrio produttivo e qualitativo. In un contesto segnato dall’aumento dei costi di gestione, la presenza di una linea interna di imbottigliamento consente alla cantina un maggiore controllo dei processi e dell’efficienza complessiva.

Sul fronte dei mercati, se il consumo interno mostra dinamiche più complesse, l’export continua a offrire prospettive positive, in particolare nei Paesi scandinavi, dove il vino piemontese è apprezzato per autenticità e qualità certificata. In questo scenario, le DOCG si confermano uno strumento strategico: tutelano la produzione, rafforzano la reputazione del territorio e contribuiscono a generare valore economico e identitario.


 

Redazione

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